In merito ai risultati del referendum ANPI osserva innanzi tutto che la sconfitta sconfitta non deve disperdere le tante energie espresse e che devono potersi ritrovare in un nuovo inizio.
„Era giusto impegnarsi in una campagna referendaria che aveva al centro questioni costituzionali centrali – scrive Anpi in una nota inviataci – come la dignità del lavoro e la solidarietà, cioè i diritti sociali e i diritti civili, ma il risultato pone interrogativi pesanti che richiedono pensieri lunghi e azioni forti , non solo ai promotori dei referendum, ma al complesso delle istituzioni, della politica, della società civile.“
Osserva che per la seconda volta nella storia dei referendum abrogativi la provincia di Bolzano è “maglia nera” della partecipazione con la presenza del solo 15, 87% di partecipazione complessiva con l‘eccezione rappresentata dal capoluogo e da un’altra decina di Comuni
Hanno senza dubbio pesato negativamente, si legge nella nota, le vicine elezioni comunali, il “ponte” di Pentecoste, l’atteggiamento della SVP e di molte forze politiche e sociali del mondo di lingua tedesca, ma, anche, la “politicizzazione” del referendum a livello nazionale, come se fosse una battaglia elettorale fra il governo e l’opposizione, che ha favorito oggettivamente la campagna astensionista del Governo e finito per oscurare il merito e il senso del referendum, innanzitutto sui media, a cominciare dalla RAI.
A tutto questo si deve, però, aggiungere che nonostante l’importanza dei temi in oggetto, lo strumento referendario si è rivelato anche in questo caso inadeguato per esprimere contenuti complessi, come quelli proposti sulle cinque schede.
La bassa partecipazione ai 5 referendum conferma come sia aperta da tempo una grande questione democratica con un crescente distacco dalle istituzioni cittadine e dei cittadini. Tutto ciò mette in discussione uno dei fondamenti della democrazia, l’esercizio del voto come espressione della sovranità popolare. Si pone, dunque, il problema di una risposta seria da parte della politica, delle istituzioni, della società civile in grado di salvaguardare e di rilanciare i valori positivi della Costituzione, è la considerazioni di ANPI
Rileva quanto sia „miope e anche pericoloso pensare che questi temi non tocchino la nostra terra e la nostra autonomia. Si richiedono nvece scelte lungimiranti e coraggiose degne della nostra storia migliore al di là della pura gestione del governo.
La relativa affermazione del NO sul quesito relativo alla cittadinanza, addirittura maggioritario nella nostra terra, salvo che nel capoluogo e in un altra decina di comuni, è un fatto doloroso, ma, purtroppo, non sorprendente e conferma la preoccupante penetrazione tra settori rilevanti della popolazione degli effetti di una narrazione tossica fatta di difesa corporativa, spesso etnica, e paure portata avanti cinicamente e irresponsabilmente da molte forze politiche estremiste contro i nuovi cittadini in quanto tali, narrazione che mina, ormai apertamente, le basi della convivenza civile in una società multiculturale quale oggettivamente siamo.
È necessario non rassegnarsi e trovare la strada per una “contronarrazione” capace di dialogare e di riaffermare concretamente le ragioni ideali e civili, ma anche materiali e di buon senso, di un’alternativa solidale forte e credibile.
È stato dunque un 81° compleanno molto amaro quello dell’ANPI, ma continueremo a fare la nostra parte come sempre per rilanciare la democrazia e la convivenza solidale nella società“ conclude la nota.