Prosegue nella Sala Danza del Comunale di Bolzano la rassegna del Teatro Stabile di Bolzano dedicata alla nuova drammaturgia con il testo vincitore della menzione speciale Franco Quadri del Premio Riccione 2023
Prosegue da giovedì 13 a domenica 16 marzo alle h. 18.00 nella Sala Danza del Comunale di Bolzano la rassegna “Wordbox-Parole per il Teatro” che lo Stabile bolzanino dedica alla nuova drammaturgia. Vincitore della menzione speciale Franco Quadri del Premio Riccione 2023, “É solo un lungo tramonto” è il testo del drammaturgo e performer trentino Jacopo Giacomoni che viene portato in scena dallo stesso autore, con il sound design di Alessandro Gambato, i video e visual di Furio Ganz, la scenografia di Arianna Sortino, i costumi di Ambra Accorsi e la grafica di Eleonora Bonino.
L’origine del testo è l’Alzheimer, malattia che scava nel simbolico del nostro presente e ci interroga sull’identità e la memoria, ma anche sul carattere effimero dell’esperienza umana insistendo proprio sulla decadenza del logos, dell’espressione linguistica del pensiero.
Attraverso un dispositivo di decostruzione e ricostruzione di un dialogo tra padre a figlio, Giacomoni allestisce la slogatura del tempo e del linguaggio che si verifica quando una mente comincia a decadere. “E’ solo un lungo tramonto” crea dei loop testuali a partire da alcuni ricordi del padre trascritti dal figlio, dettati e “trattati” attraverso un programma di scrittura del computer.
Ogni area tematica dei ricordi del padre viene immaginata come stanza mentale e spazio installativo da attraversare secondo un tempo non imposto, con un pubblico che vaga liberamente per le stanze creando un proprio percorso. Coniugando un’esplorazione filosofica della memoria, elaborazione autobiografica e sperimentazione linguistica, Giacomoni dà corpo a una drammaturgia innovativa.
«Questo è un dispositivo di distorsione testuale per un teatro della dimenticanza […]» scrive Giacomoni «Ho registrato i ricordi di mio padre, li ho trascritti e li ho dettati al mio computer che li ha a sua volta trascritti; li ho riletti, ridettati al computer che li ha nuovamente trascritti, e così via. Il processo sloga il testo come la memoria di mio padre è slogata dalla demenza. Viviamo un presente che non si può ricordare infestato da un passato che non si può dimenticare. È una lenta disintegrazione verso il silenzio. Non c’è tensione, non c’è in fondo nessun dramma. È solo un lungo tramonto».
Foto. Jacopo Giacomoni