“Non potevamo mancare alla camminata di domenica 24 novembre e penso che la nostra presenza sia stata significativa. Un coro formato da soli uomini che ha voluto trasmettere un messaggio di vicinanza e sostegno a tutte le donne.
Anche noi dobbiamo fare la nostra parte per creare nella nostra società una cultura di amore e rispetto reciproco.” Così Flavio Pedrotti, per il Coro S. Romedio Anaunia, commentando la partecipazione del Coro alla manifestazione.
“98 le donne uccise per violenza familiare dall’inizio dell’anno in Italia, 760 richieste d’aiuto in Provincia di Bolzano! È una piaga che attanaglia sempre di più la società moderna, soprattutto noi uomini ai quali spetta la forza di un cambiamento culturale affinché il dramma dei femminicidi e della violenza sulle donne sparisca dalla cronaca quotidiana.”
Dal discorso che Basilio (Ilio) Covi, discendente di Orsola Covi, ha tenuto ieri all’inaugurazione della panchina rossa dedicata alla prozia e posata alla “Madonna Brusada”.
Questi sono alcuni dei messaggi emersi nella giornata di ieri, densa, carica di emozioni e di informazioni, che è stata organizzata in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Scopo della manifestazione è stato invitare tutti e tutte a tenere sempre la guardia alta, a diventare l’altro/altra che supporta e sostiene e non si volta dall’altra parte.
Per questo riprendiamo alcune utili informazioni dateci da Chiara Puliafico, operatrice dello sportello periferico di Cles del Centro Antiviolenza di Trento:
“Il nostro locale si trova in una palazzina con le sedi di altre associazioni e gruppi, non è automatico pensare che chi entra stia venendo effettivamente da noi. Al momento in cui la persona contatta il Centro non scatta nessuna denuncia o segnalazione immediata, è una scelta libera ed eventualmente successiva.
È importante che chi conosce personalmente la vittima di una situazione di violenza non si metta in una posizione giudicante, evitando a tutti i costi il “te l’avevo detto io, era chiaro che sarebbe andata a finire così con un tipo del genere”.
È necessario sospendere ogni giudizio e provare a comprendere e, soprattutto, dare sostegno concreto, proponendo, ad esempio, con dolcezza e tono calmo, di accompagnare la persona vittima di violenza al Centro antiviolenza più vicino.
Nei casi più gravi, chi è testimone di situazioni di violenza, perché sente le urla provenire dalle case vicine o perché assiste ad una scena dalla finestra, non deve esitare a procedere con la segnalazione alle forze dell’ordine (si possono fare in completo anonimato) perché possono realmente salvare la vita.”
Qui le info del Centro antiviolenza – sede periferica di Cles:
Indirizzo: Via Lorenzoni, 27 – Cles.
Telefono: 0461.220048 – 1522.
Sito: www.centroantiviolenzatn.it.