Nuovo anno pastorale, come rilanciare il messaggio cristiano

La tradizionale “due giorni” di metà settembre iniziata ieri, 20 settembre a Bressanone inaugura l’anno pastorale 2024/25 della Chiesa altoatesina. Il motto annuale “Tutti, tutti, tutti” invita la comunità ecclesiale a rilanciare il messaggio del Vangelo in una società che cambia e a portarlo ovunque. L’attualità di questa missione è stata approfondita in tre relazioni e in workshop che hanno illustrato esperienze concrete, da importare ora nelle parrocchie attraverso l’iniziativa “Convegno pastorale on tour”.

In apertura dei lavori all’Accademia Cusano il direttore dell’Ufficio pastorale Reinhard Demetz ha salutato i circa 300 rappresentanti di clero, operatori della pastorale, consigli parrocchiali, volontari e associazioni ecclesiali. Introducendo il motto annuale “Tutti, tutti, tutti”, Demetz ha spiegato che il cammino dell’annuncio è prima di tutto un cammino di ascolto: “È nostro compito ascoltare perché lo Spirito ci trasformi e perché, con il nostro aiuto possa raggiungere anche altre persone. E lo Spirito ci parla attraverso altre persone che ci sono state messo a fianco, ognuna con i propri punti di forza e di debolezza.”

Il tema dell’anno diocesano è stato approfondito da tre relatori. Fratel Enzo Biemmi, docente all’Istituto superiore di scienze religiose di Verona e alla Facoltà teologica di Padova con “Evangelizzare evangelicamente” ha affrontato le caratteristiche della spiritualità di chi porta il messaggio del vangelo: abitare la cultura attuale con fiducia e speranza, lasciarsi sorprendere dalle persone e saper vedere l’azione di Dio in tutti, ascoltare per sintonizzarsi con chi accompagniamo, essere capaci di tradurre l’annuncio del vangelo dalla situazione concreta delle persone, abbandonare qualsiasi pregiudizio perché tutti sono degni del vangelo.

Otto Neubauer, Direttore dell’Accademia per il dialogo e l’evangelizzazione a Vienna, nella relazione “La missione della Chiesa come carovana di solidarietà” ha proposto nuovi approcci pastorali nelle parrocchie, che prevedono un nuovo dialogo con il mondo nonché il rafforzamento del discepolato. Non possono mancare figure quali l’icona pop Billie Eilish e Charles de Foucauld. Per il relatore si tratta di passare, sotto tutti i punti di vista, da un mondo di paura ad una vicinanza fiduciosa.

Nella relazione in videoconferenza “Qualcuno deve crederci”, Michaela Quast-Neulinger, docente di teologia fondamentale alla Facoltà teologica dell’Università di Innsbruck, si è chiesta perché pensare, vivere e agire da cristiani in un mondo che sembra non averne bisogno. La sua risposta: perché siamo capaci di costruire luoghi di apertura, “luoghi di vigilanza sulla fragilità, la vulnerabilità, la sofferenza, la messa in pericolo della vita; luoghi in cui le persone possano incontrarsi faccia a faccia, abbattere i loro muri protettivi e parlarsi, condividere gioia e speranza, tristezza e paura.”

Nel corso del convegno 15 laboratori hanno offerto ai partecipanti l’opportunità di scegliere quali esperienze pratiche di annuncio approfondire: ad esempio dialogo in comunità e con i non credenti, famiglia, musica sacra, celebrazione della Parola, malattia e dolore, solidarietà e volontariato. Sono esempi concreti che ora si possono importare nelle singole unità pastorali: si chiama infatti “Convegno pastorale on tour” l’offerta di prenotare uno o più di questi laboratori per riproporli sul territorio, adattati alla situazione delle singole parrocchie.

Oggi il Convegno pastorale prosegue con l’intervento del vescovo Ivo Muser, il suo dialogo con i partecipanti e la cerimonia di consegna delle onorificenze diocesane.