“Assessore italiano e approccio da manager: la riforma di cui ha bisogno Ipes”

Angelo Gennaccaro propone una riforma strutturale e profonda dell’Ipes: “Assessore italiano e approccio da manager. Più poteri a figure intermedie come erano i fiduciari, meno burocrazia e più innovazione come un’app e un servizio digitale di primo contatto che sia formato al confronto con il pubblico. Basta inquilini che attendono da settimane di sistemare una caldaia…”

L’Ipes torni ad avvicinarsi al cittadino. Angelo Gennaccaro guarda all’Istituto di Edilizia Popolare per proporre con decisione una riforma strutturale che sia profonda ed efficace. Non solo, dunque, facili slogan legati alla penalizzazione degli stranieri o alla formazione delle graduatorie ma una generale necessità di ritrovare vicinanza con il cittadino. Dalle piccole manutenzioni alle comunicazioni. Un modo, anche, per tornare ad avere un Ipes facilmente accessibile sia per gli anziani sia per le giovani famiglie più digitali. Un Istituto gestito con piglio da manager e disponibilità della porta accanto. Partendo dalla base: una competenza in giunta da affidare a un assessore che conosca bene i luoghi dove l’Ipes incontra più problematiche. “Inutile girarci attorno. Le difficoltà maggiori sono nei quartieri popolari di Bolzano e Merano più che nei paesi delle valli. Gli assessori italiani devono battersi per gestire in prima persona questa competenza senza delegare a chi, forse, non sa nemmeno dove sia via Cagliari. È il primo necessario passo per una riforma che sia significativa”.

Chi sono gli intermediari di cui avere fiducia?

Il proponimento, però, deve essere accompagnato da idee concrete perché la necessità di modernizzazione dell’Ipes è evidente a tutti. Il come è più complicato. “Guardi, parto dai più anziani e le dico che, a volte, basta guardarsi indietro” premette Gennaccaro. “Anni fa esistevano dei fiduciari Ipes che erano sempre disponibili. Erano le antenne dell’Istituto in tutti i cortili e, spesso, la loro catena informativa funzionava. Credo vadano assolutamente ripristinate figure simili ampliandone addirittura le competenze e le capacità di intervento. Professionisti e non solo vicini di casa. Tempo fa un inquilino che aveva un problema con la caldaia o con lo scolo delle grondaie sul balcone si rivolgeva ai fiduciari in prima battuta. Spesso erano loro a trasmettere le criticità all’Istituto. Oggi queste persone chi contattano? Chi sono questi intermediari? Non ci sono. Gli inquilini rimbalzano in decine di uffici tecnici diversi che, molto spesso, non hanno una specifica formazione nella gestione del contatto pubblico e non hanno nemmeno il tempo di provvedere immediatamente ai piccoli interventi. Risultato? Persone che da settimane chiedono un intervento alla caldaia e fanno fatica a parlare con qualcuno per farsi aiutare, per esempio. Tutte situazioni reali con testimonianze raccolte nei giorni scorsi. Come mai è diventato così difficile, negli anni, dialogare con l’Istituto?”.

Innovare le domande e le strade del primo contatto per l’inquilino

C’è, inoltre, un problema di digitalizzazione. Le aziende si muovono con velocità verso questa direzione ma Ipes è ancora sostanzialmente al palo. “Guardate la domanda per accedere alle graduatorie. È complicatissima così come è complicato il procedimento per consegnarla. Possibile che non si riesca a semplificare? Non solo, possibile che Ipes non abbia mai ipotizzato di sviluppare un’applicazione con tutte le informazioni principali, le FAQ, i contatti e le modulistiche online. Pensiamo, per esempio, ai vantaggi che ci sarebbero con un servizio di primo contatto con il pubblico costruito con una chat immediata in-app gestita da personale formato in modo specifico (nel dettaglio marketing conversazionale verso il pubblico) con veloci protocolli di indirizzo. Solleverebbe moltissimi uffici dal primo contatto e dirigerebbe tutti i bisogni in modo pratico. Con tutte le proporzioni del caso una sorta di Triage delle necessità dell’inquilino. Non è così impossibile, basta la volontà politica e le risorse per rivolgersi a professionisti. Attenzione che non sto criticando l’attuale presidenza ma l’orientamento politico che non mette la dirigenza e gli operativi nelle condizioni di spingere su queste innovazioni”.

Sfratti e graduatorie

Ci sono, infine, i temi degli sfratti e delle graduatorie. “Vanno considerati – chiude Gennaccaro – come importantissime tematiche a valle di una riforma manageriale complessiva che porterebbe tutto l’Istituto ad essere più efficiente, moderno e veloce. A quel punto sì che si potrebbero rinnovare regole e procedure con norme più chiare e concrete rispetto a quelle attuali. Uscire da situazioni che, spesso, prestano il fianco a critiche e lungaggini incomprensibili. Tutto appesantito da una buona quota di burocrazia macchinosa che si potrebbe snellire. Un assessore italiano che gestisca la competenza e che sia in grado di coordinare una vera svolta manageriale dell’Istituto. Per un futuro meno arroccato e più vicino alla gente e agli inquilini”.