Da qualche giorno è tornato in auge la questione relativa al reddito minimo definito per legge. Dieter Mayr, ex segretario generale della SGBCISL e ora in lista SVP come candidato per le prossime elezioni provinciali del 22 ottobre, è di visioni differenti. Mayr in una nota al nostro giornale comunica che sarebbe molto più opportuno introdurre una regola che porti al rinnovo continuo dei contratti collettivi per poter così accordare stipendi adeguati che vadano oltre i 9 euro oggi proposti da una certa minoranza politica.
Dieter Mayr punta il dito sul fatto che in Italia e quindi anche in Alto Adige vengano ritardati in modo sistematico i rinnovi dei contratti collettivi e evidenzia questa circostanza quale causa primaria perché le retribuzioni non si sviluppino.
Questo vuol dire, che un reddito minimo per legge non è la soluzione maestra per la situazione misera delle retribuzioni in Italia. Sarebbe molto più importante trovare una soluzione che definisce una contrattazione salariale almeno nel biennio e che questa contrattazione deve terminare entro breve tempo, per esempio entro un mese.
Questo perché un contratto collettivo è molto di più che retribuzione. Nel contratto collettivo si accordano ferie, trattamento di malattia, permessi, premi, diritto di studio, pagamento delle ore straordinarie e tanto altro. È la combinazione di retribuzione adeguata e di buone condizioni di lavoro che definiscono un buon posto di lavoro – chiarisce Mayr, secondo il quale in Alto Adige le retribuzioni si dovrebbero contrattare e definire con contratti territoriali per ottenere dei risultati apprezzabili.
Il fatto che non ci siano tutele e salari adeguati ha portato alla logica conseguenza che oggi è all’ordine del giorno in loco. Persone qualificate vanno via dalla nostra provincia a causa di pessime retribuzioni e condizioni di lavoro non adeguate.
Foto, Dieter Mayr