Il linguaggio del digitale, gli anglicismi, le questioni di genere: come se la passa, oggi, la millenaria lingua italiana? Nell’ambito del ciclo “Dialoghi Merano” promossi dall’Accademia di Merano, Federico Guiglia incontra e intervista due importanti studiosi della lingua italiana e delle sue evoluzioni nel parlato e nello scritto. Si tratta del professor Claudio Marazzini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca e del saggista e linguista Antonio Zoppetti, tra i maggiori esperti delle interferenze della lingua inglese nell’italiano, tema al quale ha dedicato tre libri. Al centro dell’incontro anche il ruolo fondamentale della scuola e il compito delle autorità pubbliche e delle istituzioni culturali chiamate a tutelare l’italiano, gli insegnamenti che arrivano sia dalle nazioni sorelle di lingua neo-latina (Francia, Spagna, Portogallo e Romania), sia dalla Gran Bretagna e dalla Germania e a come valorizzare la lingua nazionale nell’epoca della globalizzazione.
“Gli italiani sono molto bravi nel farsi del male da soli”, dice Marazzini, che è anche autore di duecento pubblicazioni e di rubriche linguistiche rivolte al grande pubblico. “Ma vanno combattuti senza tentennamenti i casi, non rari, di emarginazione totale della lingua italiana, specie quando essa viene rimossa dall’alto ad opera di italiani in Italia, non certo all’estero né ad opera di stranieri”. Marazzini si riferisce alla “grave abolizione forzosa dell’italiano nell’uso pubblico” nella comunicazione sociale delle istituzioni statali, nei contratti di lavoro delle aziende multinazionali, nei ministeri che emettono bandi, nelle richieste di finanziamento in ambito universitario, dove l’inglese sta soppiantando l’italiano all’insegna di un provincialismo ridicolo e dannoso, che confligge anche con precise sentenze della Corte Costituzionale.
Anche Antonio Zoppetti lancia l’allarme sugli anglicismi “nudi e crudi”, come li chiama, cioè non tradotti o adattati in italiano (a differenza di quanto fanno gli altri Paesi con le loro lingue). “Nel 1990 erano 1.600, oggi sono più di 4 mila. E alcuni anglicismi persino ce li inventiamo noi”.
L’appuntamento con Marazzini, Zoppetti, Guiglia e la Lingua italiana alle ore 18 di venerdì prossimo presso l’Accademia in via Innerhofer.