Colpisce nel segno la conferenza su Enrico Mattei con Marco Pugliese

Marco Pugliese

Sala gremita, attenzione palpabile della platea, una trattazione sfaccettata. Ha colto nel segno la conferenza «ENI d’Italia: il sogno spezzato di Enrico Mattei», andata in svolgimento nei giorni scorsi alla Casa delle Associazioni di S. Giacomo per organizzazione del Centro culturale S. Giacomo e di Upad.
Il relatore, dottor Marco Pugliese, ha spaziato a cavallo dei decenni e delle sfere tematiche, dipanando un filo che faceva perno sulla figura di Enrico Mattei e riportava sistematicamente a una parola-chiave: “energia”.
Da garzone di fabbrica privo di studi canonici, Mattei divenne nel giro di tre anni direttore della fabbrica stessa, ha subito spiegato Pugliese per inquadrare la tempra di colui che sarebbe stato poi protagonista e attore del boom economico italiano (“un uomo – ha detto – che in Italia abbiamo dimenticato troppo in fretta”).
Ed ecco ben presto lo snodo cruciale: il momento in cui – quando correva l’anno 1945 – Mattei viene incaricato dallo Stato di smantellare l’AGIP (Azienda Generale Italiana Petroli) e provvedere alla sostanziale privatizzazione dei suoi asset energetici. Ma non si attiene all’indicazione, e sceglie invece di perseguire l’obiettivo di un’impresa energetica nazionale in grado di assicurare al Paese quanto serviva ai bisogni delle famiglie e allo sviluppo della piccola e media impresa a prezzi inferiori rispetto a quelli degli oligopoli internazionali.
Raddoppia la perforazione dei pozzi, sfrutta al meglio la ricerca mineraria in Val Padana, sceglie appoggi politici. E – con la sua “creatura” ENI, Ente Nazionale Idrocarburi – riesce a realizzare la propria visione.
In realtà l’esposizione di Pugliese ha contemplato momenti storici anche precedenti e successivi all’epoca Mattei, riandando alle trame economiche del ‘post prima guerra mondiale’ e alla questione del petrolio iracheno, da un lato, fino ad abbracciare l’impennata dei costi energetici nel 2022 e il posizionamento attuale dell’Italia sullo scacchiere economico mondiale. 
Grande naturalmente il rilievo dato dal relatore all’operato di Mattei, capace implicitamente di aprire all’Italia, svariati anni dopo la sua morte, le porte del G6 / poi G7: un’evoluzione dovuta a quanto da lui seminato e fatto germogliare, portando il Paese, dal ’53 al ’62, fra le prime potenze economiche mondiali.
Innumerevoli le pagine che sono state ripercorse o comunque richiamate nello srotolare il nastro: la bomba atomica, il delitto Matteotti, il Piano Marshall, la riconversione industriale delle fabbriche ex ‘belliche’, una certa ammirazione degli americani per questo popolo sconfitto che riesce a rimboccarsi le maniche, la scoperta del gas nel Norditalia, le ‘Sette Sorelle’, ovvero il cartello del petrolio, gli attacchi ripetuti di Montanelli all’indirizzo di Mattei (salvo scusarsene a posteriori), talune politiche forse spregiudicate (“ma senza quelle politiche avremmo avuto una storia diversa; bisogna pur scegliere cosa fare da grandi”); e, più avanti negli anni, l’implosione dell’URSS, le tangenti Enimont, Pierpaolo Pasolini, eccetera eccetera.  
Centrale è stato naturalmente il punto legato al boom economico italiano che raggiunse il culmine negli Anni Sessanta, riconducibile in ampia misura all’opera di Mattei e di cui il relatore ha sviscerato vari aspetti, incluso il fenomeno delle ferie di massa. Non senza una sottolineatura sul termine di “miracolo economico”: a detta di Pugliese una ‘lettura giornalistica’. Di fatto, dietro al tutto c’è stato uno studio, un lavoro.
Davvero tante le pillole di conoscenza seminate dalla serata, unite allo stimolo, per chi era presente, ad andare poi a ricercare approfondimenti ulteriori sugli aspetti di proprio interesse, come suggerito dal relatore stesso.
Legittima, di conseguenza, la soddisfazione al termine per il Centro culturale S. Giacomo e per Upad che organizzavano la conferenza, e che nella proposta di Pugliese hanno colto l’occasione per diffondere cultura anche magari ‘osando’ rispetto a un tema di quelli che non si trovano in offerta dietro a ogni cantone. Tema che ha dimostrato invece non solo di attirare ma di convincere e coinvolgere il pubblico.

Foto, Mara Da Roit, Marco Pugliese e Alberto Covanti del Centro culturale S. Giacomo