Augusto Cavadi, “Cosa Nostra” più rigogliosa che mai, ma eroi silenziosi si oppongono

L’eredità etica delle stragi del 1992 e i nostri comportamenti quotidiani allo scopo di attuare una vera “antimafia” del fare a scapito delle sole parole: questi gli argomenti al centro dell’incontro di lunedì 8 maggio 2023 con il filosofo-in-pratica palermitano Augusto Cavadi. La serata si terrà presso il Centro per la Cultura di Merano (ore 20.00, entrata libera) ed è organizzata da Fondazione Upad, Mairania 857 e Libera, uomini e numeri contro le mafie.
Ripercorrendo le note vicende, ormai storiche, di inizio estate 1992, i giorni feroci delle bombe che segnarono la morte dei giudici Falcone e Borsellino e i membri delle loro scorte, Cavadi sottolinea nel suo volume “Quel maledetto 1992”, quanto oggi] “la situazione sia per certi versi identica ma anche, per fortuna, incomparabilmente diversa”.
L’impegno di Cavadi, attraverso quest’opera, è quello di mostrare al lettore quanto efficaci siano alcune predisposizioni dell’animo umano, come l’indignazione personale, capace di mettere in moto tutta una serie di meccanismi che possono essere l’arma vincente nella strada del cambiamento sociale. È anche il caso del dolore e della relativa indignazione, che può fungere da molla per una maggiore consapevolezza del proprio diritto/dovere di essere cittadini. Tutto ciò senza dimenticare cosa è cambiato e cosa invece è, per certi aspetti, addirittura peggiorato nel contrasto alle mafie. Pur sottolineando come la situazione attuale sia profondamente diversa rispetto al periodo delle stragi, Cavadi ci spiega che, nonostante la sconfitta dell’apparato militare di Cosa Nostra, il rapporto politico tra mafie e istituzioni non soltanto non è morto, ma è rigoglioso; all’ala militare, insomma, si è sostituita, in termini di importanza, l’ala politica delle mafie. Sul piano del cambiamento, invece, si sottolinea come la mancata vittoria di Cosa Nostra non sia da attribuire esclusivamente ai martiri civili più noti, di cui dobbiamo certamente custodire la memoria, ma anche a tutti quegli eroi silenziosi, che fortunatamente non sono morti e di cui spesso non conosciamo il volto, “che hanno perseverato nel fare, molto semplicemente, il proprio mestiere”. Ciò non può che stimolare la costruzione di una proposta civica che tenga in considerazione sia la celebrazione dei martiri laici in senso stretto, attraverso la commemorazione, pur sempre necessaria, sia le azioni che quotidianamente debbono poterci distinguere in questo senso. Come fattore primario Cavadi evidenzia la conoscenza del fenomeno, un fine a cui vuole contribuire anche questa serata meranese.
L’iniziativa gode del sostegno della Provincia di Bolzano, del Comune di Merano, di Alperia, della Dr. Schär e della Cassa di Risparmio di Bolzano