Wwf Italia Trentino Alto Adige, “Avanti con il Crab e sui lupi politiche serie”

Karol Tabarelli de Fatis è il nuovo delegato per il Trentino-Alto Adige del Wwf Italia. Caldeggia il ripristino del Centro di Recupero Animali Selvatici a Bolzano: “Utile e con un respiro educativo importante. E sui Grandi Carnivori la richiesta è di politiche serie e non fatte di slogan.”
Tecnico della sezione di zoologia dei vertebrati del Muse di Trento e ora anche delegato per la regione Trentino-Alto Adige del Wwf Italia.
Il Crab Odv e il Comune di Bolzano, in particolare nella persona dell’assessora Chiara Rabini, nell’ultimo anno hanno collaborato per trovare una soluzione alla riapertura del Centro.
Il progetto è basato sulla creazione di un “Polo Ambientale”, un punto d’incontro educativo e didattico per la cittadinanza in cui alla funzione di centro di recupero si affiancherebbe un’attività di sviluppo della cultura ambientale e della conoscenza della biodiversità urbana. Il centro diverrebbe inoltre, come accade già per altre Regioni e Province, un insostituibile punto di riferimento per statistiche dei fenomeni e delle cause dei ricoveri ma soprattutto di approfondimento clinico di alcune malattie riscontrate nell’avifauna cittadina e di monitoraggio epidemiologico, entrambe funzioni fondamentali per poter dare una risposta immediata a problematiche emergenti da svolgere in stretta collaborazione con gli organismi preposti, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, la Provincia Autonoma di Bolzano e il Comune di Bolzano.
Le attuali sfide sono molteplici, come la minaccia alla biodiversità. l’utilizzo degli insetticidi chimici di sintesi in agricoltura intensiva, un problema molto sentito da gruppi di cittadini ed attivisti per il quale vi sono sicuramente margini di azione e, non ultimo, l’alterazione degli habitat non solo in senso conservazionistico ma anche di capacità di stoccaggio di carbonio. Nell’elenco delle sfide figura quella della convivenza con i grandi carnivori, che in Alto Adige trova non pochi ostacoli.
Riguardo alle politiche da perseguire per gestire la convivenza con i Grandi Carnivori, Karol Tabarelli informa che molte metodologie potrebbero essere utilizzate perché sono frutto dell’esperienza di chi i problemi cerca di risolverli. Si riferisce alla protezione del patrimonio zootecnico tramite l’utilizzo integrato di difese non letali come l’uso di cani da guardia o l’installazione di recinzioni elettriche o dissuasori come nastri segnaletici (fladry).
Insiste sul fatto che le Pubbliche Amministrazioni, quali Provincia e Comuni, dovrebbero essere promotori di un percorso di educazione della cittadinanza inerenti l’etologia e la biologia di orsi e lupi e quali Enti autorevoli in tal senso indica il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige e l’Eurac Research che potrebbero essere capofila in iniziative finalizzate alla convivenza e alla conoscenza. Il “cosa fare” se si incontra un orso o un lupo deve essere acquisito dalle persone che vivono sulle Alpi, mentre “non senso spendersi a gran voce chiedendo l’abbattimento” afferma con decisione Tabarelli.
Alla domanda di come giudichi le politiche per l’abbattimento dei lupi Tabarelli risponde:“Le ritengo inutili e fuori luogo. In concreto, se finalizzate alla riduzione dei danni alle attività zootecniche sono semplicemente inefficaci. È poi necessario contestualizzare i fatti. In una provincia che ha uno dei PIL pro-capite più alti della media europea, i danni certificati da predazioni di lupo, per l’anno 2021, sono stati di 54.200 euro. Questa è una cifra esigua e pienamente gestibile per la Provincia di Bolzano. Il mio timore è che gli abbattimenti siano giustificati, più che dall’efficienza dell’atto in sé, da prese di posizione inflazionate, che sanno di slogan”.

Foto, Karol Tabarelli De Fatis@WWItalia Trento Alto Adige