Parco giochi, sala per le associazioni, piazzale delle feste… Nel Parco dei Cappuccini di Chiusa si intrecciano molti fili della rete sociale. Per cui, chi vuole costruire qui, deve creare sinergie con la massima sensibilità. Adesso la giuria del concorso internazionale di progettazione del TINNE giovane museo chiusa ha emesso il verdetto: il progetto vincitore porta la firma del collettivo APIUM2A, del quale – oltre allo studio capofila APIUM2A di Venezia – fanno anche parte architetti, artisti e designer dell’Alto Adige. Il progetto vincitore, presentato ieri, propone un percorso con museo, arena, caffetteria e parco giochi in totale armonia con la città e con il complesso monastico.
Il progetto vincitore apre il Parco dei Cappuccini alla città, pur mantenendo l’unità dell’ensemble conventuale. L’edificio principale corre lungo il Rio Tinne e presenta un piano seminterrato che collega il lungofiume con il piazzale delle feste. Ovunque, le viste guidano la percezione degli spazi esterni e interni. L’elemento di spicco del corpo principale è la scultorea scala a chiocciola nell’area d’ingresso, alta 15 metri. “Il progetto convince per la sensibilità riservata al luogo e al compito. Il monastero, il giardino e il museo si fondono in un’unità armonica e proporzionata, adeguata all’altezza dello sguardo dei visitatori e delle visitatrici”, si legge nella motivazione della giuria.
Per la giuria era importante che la maggior parte degli alberi fosse mantenuta. E laddove il verde sarà tolto, esso verrà recuperato sul tetto percorribile del basamento basso e continuo e anche l’area delle feste sarà rinverdita. Una opera d’arte è il tetto spiovente della sovrastruttura, realizzato con piastre di ceramica e celle solari affinché le ombre dell’ambiente circostante trovino un punto d’appoggio nell’edificio. “Un taglio netto nel terreno permette di mitigare la percezione del volume, che si rivela manifestazione tipologica di un grande tetto: un elemento archetipico che denuncia la sua presa di posizione sul sito con l’opera Shadows on Skin di Alessandro Neretti e al contempo diventa parte integrante del tessuto urbano circostante”, spiega Marcello Galiotto, architetto del team vincitore.
Soddisfatto Wilhelm Obwexer, presidente della Fondazione TINNE: “Il Consiglio della Fondazione è più che lieto di poter finalmente presentare alla comunità di Chiusa il progetto vincitore del futuro TINNE giovane museo. Noi troviamo che il progetto sia molto riuscito, perché rispetta la storia del convento dei Cappuccini ma allo stesso tempo è innovativo e stimolante”.
La Fondazione TINNE per l’arte, la cultura e la formazione è stata la promotrice di questo concorso che è balzato agli onori della cronaca per due motivi: è il primo concorso internazionale di progettazione lanciato in Alto Adige dopo più di 20 anni (l’ultimo risale al 2001) ed è stato diretto esclusivamente a collettivi di architettura affini all’arte ed a collettivi artistici con competenze architettoniche.
In totale sono pervenute 55 candidature di collettivi, da Porto a Tokio, da Helsinki a Roma, dodici dei quali sono stati ammessi alla selezione finale.
Ecco i componenti del team vincitore APIUM2A: Marcello Galiotto, Quirin Prünster, Francesco Flaim, Harald Thaler, Julian Tratter, Angelo Renna, Alessandro Neretti, Arianna Moroder, Alessandra Tempesti, Andrea Muheim, Lioba Wackernell.
A designare il vincitore è stata una rinomata giuria composta da András Pálffy (architetto, Vienna), Annette Spiro (architetta, ETH Zurigo), Matthias Mühling (direttore della Lenbachhaus di Monaco di Baviera), Sonia Leimer (artista, Vienna), Wilhelm Obwexer (presidente della Fondazione TINNE).
L’idea di realizzare il TINNE giovane museo chiusa risale già al 2010: è stato un lungo processo che ha visto la fattiva partecipazione degli abitanti di Chiusa e che adesso, con la designazione del progetto vincitore, viene definito in maniera concreta. “La presentazione del progetto è un’ulteriore pietra miliare nella prevista realizzazione a medio termine del polo artistico e culturale che sorgerà all’interno del Parco dei Cappuccini e avrà il suo cuore pulsante nel TINNE giovane museo chiusa,” afferma il presidente di TINNE Wilhelm Obwexer.
La scelta della giuria dimostra che i “fari” architettonici possono essere costruiti su edifici esistenti. Il TINNE giovane museo chiusa sarà un luogo in cui si guarda al futuro in maniera responsabile: un parco giochi per rimanere creativi ad ogni età; una palestra per l’apprendimento orientato alla soluzione, pensato per un mondo del lavoro digitale; un progetto di sviluppo urbano per Chiusa, in passato colonia di artisti che forse ha l’occasione del secolo per risvegliarsi da un lungo torpore.
Foto, la giuria al lavoro, da sinistra a destra: Annette Spiro (architetta ETH Zurigo), András Pálffy (architetto, Vienna), Sonia Leimer (artista, Vienna), Gabriela Burkhalter (politologa, urbanista, in funzione di consulente), Hansjörg Plattner (coordinatore del concorso)/© Fondazione Tinne / Ivo Corrà