Dal 15 al 19 febbraio la Stagione Regionale Contemporanea proposta dal Teatro Stabile di Bolzano e dal Centro Servizi Culturali Santa Chiara e il Coordinamento Teatrale Trentino propone a Bolzano un doppio appuntamento con l’arte scenica di Emma Dante, autrice e regista siciliana conosciuta in tutto il mondo per il suo stile diretto, passionale e coinvolgente: mercoledì 15 e giovedì 16 febbraio alle 20.30 in Teatro Studio del Comunale andrà in scena “La scortecata”, mentre sabato 18 e domenica 19 febbraio sempre alle 20.30 verrà presentata “Misericordia”.
Liberamente tratta da Lo cunto de li cunti overo lo trattenimiento de peccerille, una raccolta di cinquanta fiabe scritta da Giambattista Basile, autore napoletano del XVI secolo, “La scortecata” ci conduce nei meandri delle tradizioni popolari dell’Italia Meridionale. Ancora una volta Emma Dante scava nel patrimonio letterario, lo rovescia, lo ribalta, lo riporta in vita, puntando la lente di ingrandimento sulla condizione femminile. “La scortecata” narra la storia di un re che s’innamora della voce di una vecchia, la quale vive insieme alla sorella più vecchia di lei. Il re, gabbato dal dito che la vecchia gli mostra dal buco della serratura, la invita a dormire con lui. Ma dopo l’amplesso, accorgendosi di essere stato ingannato, la butta giù dalla finestra. La vecchia non muore ma resta appesa a un albero. Da lì passa una fata che le fa un incantesimo e diventata una bellissima giovane, il re se la prende per moglie. Lo spettacolo prodotto dal Festival di Spoleto 60, del Teatro Biondo di Palermo in collaborazione con Atto Unico/Compagnia Sud Costa Occidentale, è interpretato da Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola.
In una scena vuota, i due attori a cui sono affidati i ruoli femminili come nella tradizione del teatro settecentesco, drammatizzano la fiaba incarnando le due vecchie e il re. Le due vecchie, sole e brutte, si sopportano a fatica ma non possono vivere l’una senza l’altra. Per far passare il tempo nella loro misera vita inscenano la favola con umorismo e volgarità, e quando alla fine non arriva il fatidico: “e vissero felici e contenti…” la più giovane, novantenne, chiede alla sorella di scorticarla per far uscire dalla pelle vecchia la pelle nuova. La morale scritta da Basile è la seguente: «se merita biasimo una fanciulla che troppo vana si dà a queste civetterie, quanto è più degna di castigo una vecchia che, volendo competere con le figliole, si causa l’allucco della gente e la rovina di se stessa».
Un’altra fiaba, ma contemporanea, è rappresentata da “Misericordia” spettacolo che nasce dalla coproduzione tra Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo e Carnezzeria. «Racconta la fragilità delle donne, la loro disperata e sconfinata solitudine». Così Emma Dante presenta il suo testo che narra la storia di tre donne che si prostituiscono e di un ragazzo menomato che vive con loro. Durante il giorno le donne lavorano a maglia e confezionano sciallette, al tramonto, sulla soglia di casa, offrono ai passanti i loro corpi. Esistono mondi in cui le donne sono condannate a lottare, se vogliono sopravvivere, a combattere con ogni possibile risorsa per emergere dal degrado e dallo squallore in cui la società pare averle relegate. Interpretato da Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi e Simone Zambelli, “Misericordia” è la storia di Anna, Nuzza e Bettina – che lavorano a maglia di giorno e si vendono la notte – e del povero orfano menomato che vive con loro. «Arturo non sta mai fermo – continua la Dante – è un picciutteddu ipercinetico. La madre di Arturo si chiamava Lucia, era secca come un’acciuga e teneva sempre accesa una radiolina. La casa era china ’i musica e Lucia abballava p’i masculi!, soprattutto per un falegname che si presentava a casa tutti i giovedì. L’uomo era proprietario di una segheria dove si fabbricano cassette della frutta, guadagnava bene, lo chiamavano “Geppetto”. Alzava le mani. Dalle legnate del padre nasce Arturo, mentre Lucia muore due ore dopo averlo dato alla luce. Nonostante l’inferno di un degrado terribile, Anna, Nuzza e Bettina se lo crescono come se fosse figlio loro. Arturo, il pezzo di legno, accudito da tre madri, diventa bambino».
I biglietti per lo spettacolo sono acquistabili alle Casse del Comunale di Bolzano (mart-ven 11-14; 17-19 e sab. 11-14), on-line sul sito www.teatro-bolzano.it, sulla App del Teatro Stabile di Bolzano e nei giorni di spettacolo a partire dalle 19.30 alle Casse del Teatro Studio.