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Intendo svolgere il mio operato come servizio alla società, non come un impiego per guadagnare uno stipendio

17 Dicembre 2022

Intendo svolgere il mio operato come servizio alla società, non come un impiego per guadagnare uno stipendio

Matteo Gazzini, europarlamentare della Lega Salvini Premier e membro del Gruppo Identità e Democrazia, è onorevole dal due novembre di quest’anno e politicamente straordinariamente attivo fin dal primo giorno.
Presso il Parlamento Europeo, l’onorevole nativo di Pineta di Laives, è membro della Commissione per i bilanci, della Delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti, nonché membro sostituto della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia e della Delegazione per le relazioni con la Repubblica federativa del Brasile.
Gazzini ha 37 anni, di professione è imprenditore agricolo ed edile a Pineta di Laives, dove la famiglia possiede una tenuta coltivata a viti e mele. Conosce il mondo, infatti ha trascorso otto anni negli Stati Uniti, dove ha conseguito il brevetto di pilota e ha studiato matematica ed ingegneria spaziale.
Lo incontriamo questo pomeriggio in redazione del nostro giornale buongiornosuedtirol.it per parlare con lui della sua attuale attività parlamentare.
Matteo Gazzini punta subito il dito contro i tempi infiniti della Giustizia italiana e cita a tal proposito la legge Pinto del 2001 grazie alla quale il cittadino dovrebbe poter richiedere un’equa riparazione per il danno, patrimoniale o non patrimoniale, subito per l’irragionevole durata di un processo. Secondo l’Onorevole l’entrata in vigore di tale legge non avrebbe assolutamente raggiunto lo scopo voluto, motivo per il quale Gazzini ha già presentato un’interrogazione alla Commissione Europea sulla legge in questione. L’Europarlamentare fa presente, inoltre, che a causa dell’interminabilità delle procedure processuali e dell’incertezza del diritto, le imprese straniere non vengono ad investire in Italia, ma soltanto a fare shopping.
Per Gazzini un altro annoso problema è quello del costo del lavoro, sempre troppo alto. L’Europarlamentare non ha dubbi sul fatto che l’industria italiana debba essere resa più competitiva.
Circa poi lo scandalo che in questi giorni sta coinvolgendo i Palazzi del Parlamento, Gazzini si mostra inorridito del fatto che la Presidente dell’Istituzione in questione non abbia relazionato sullo scandalo da prima pagina, ma si sia limitata ad esprimere un bellissimo discorso di sdegno. Secondo Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo,  la corruzione non avrebbe colore – dice il neo-europarlamentare, il quale non è assolutamente d’accordo. Sappiamo, almeno in questo caso da dove viene la corruzione, la questione appare chiara – esclama con sdegno Gazzini.
Si passa a parlare dell’apparato burocratico che sostiene il Parlamento Europeo. Estremamente efficiente – ritiene il giovane Europarlamentare. Ciò che, invece, non lo convince è la doppia sede del Parlamento, tra Bruxelles e Strasburgo.
Matteo Gazzini intende svolgere il suo operato di europarlamentare come autentico servizio alla società e non come un impiego per guadagnare uno stipendio. Ha le idee chiare sui suoi obiettivi politici. In particolare intende proteggere i cittadini vittime della malagiustizia e gli agricoltori altoatesini perché contraddistinti dalla loro attività molto qualificata.
Gazzini non è contrario alla globalizzazione, tuttavia ritiene che siano da valorizzare cultura e valori insiti nei territori. Si trova bene nel dialogo con il collega altoatesino Herbert Dorfmann della SVP e si sente più altoatesino che italiano, tanto che dopo la lunga esperienza negli Stati Uniti è tornato nella sua Madre Terra.
Un altro tema caro a Gazzini è la pace tra la Russia e l’Occidente. Sottolineo Occidente, non Ucraina – afferma l’Europarlamentare – Paese che purtroppo è carne da macero. Sciaguratamente sarà l’Europa a perderci in modo massiccio a causa della crisi tra le due superpotenze e a causa della nostra dipendenza energetica da Stati terzi.
Gazzini ha presentato anche qualche giorno fa un’interrogazione alla Commissione Europea in merito alla difesa della democrazia dalle ingerenze straniere. In particolare l’europarlamentare altoatesino ha chiesto all’Esecutivo Europeo delucidazioni circa le recenti indagini svolte all’interno degli Stati europei che avrebbero portato alla luce l’esistenza di un sistema di controllo da parte della polizia cinese (Bolzano compresa) volto a monitorare i connazionali considerati dissidenti e a esercitare pressioni fino a forzarli al rientro in Patria. Un’ingerenza incompatibile con gli ordinamenti dei singoli Stati, lesiva del principio di libertà e dei valori fondamentali dell’Unione europea.

 

Giornalista pubblicista, scrittore.