“In Alto Adige l’attività del commercio al dettaglio è regolamentata dalle leggi sull’urbanistica e sul commercio, che stabiliscono dove è permesso esercitare il commercio al dettaglio e dove no. Questo è un fatto”, spiega il presidente dell’Unione Philip Moser. A parte alcune eccezioni ben specificate, il commercio al dettaglio può essere esercitato nei centri urbani e non al di fuori di essi. “Il motivo è chiaro: il commercio al di fuori dei centri urbani indebolisce l’attività economica di paesi e città e, di conseguenza, la vivacità e la qualità della vita degli stessi”.
La recente sentenza del Consiglio di Stato non sorprende l’Unione. La situazione venutasi a creare non è nuova, perché già nel 2019 il Tribunale amministrativo aveva disposto la chiusura sulla base dell’ampliamento.
A questo proposito, il presidente Moser si richiama però anche alla necessità di avere una certezza del diritto. “Le aziende devono potersi fidare del fatto che le autorizzazioni e le licenze concesse abbiano poi anche un’effettiva validità”, auspica Moser. Inoltre, per uno stato di diritto, non è semplicemente ammissibile che una sentenza definitiva richieda quasi dieci anni.
Moser considera discutibile anche il fatto che, in ultima analisi, questa sentenza vada a ripercuotersi anche sulle tasche del contribuente. “A prescindere da come andrà a finire, da una parte o dall’altra saranno presentate ingenti richieste di risarcimento al Comune e alla Provincia”, sottolinea il presidente.
Il timore è che, ora, come possibile soluzione, la politica conceda ai ricorrenti l’autorizzazione all’apertura di nuove superfici commerciali in zona produttiva. “Ciò, a sua volta, avrebbe ulteriori effetti negativi sull’intero tessuto commerciale dell’Alto Adige, a carico dell’attrattività e della vitalità dei nostri centri urbani”, sottolinea il presidente dell’Unione.
A fornire cifre impressionanti e preoccupanti è la rilevazione dei locali sfitti già esistenti nel capoluogo tramite la Geoanalisi: a marzo 2021 ci sono 189 locali produttivi sfitti, situati a piano terra, e utilizzabili per attività commerciali, gastronomiche e dei servizi – la maggioranza dei quali (91) nei quartieri Europa-Novacella-Casanova e, a seguire, nel quartiere del centro storico (56). Si tratta di un totale di 13.531 metri quadrati. I risultati confermano che ulteriori superfici commerciali di nuovo sviluppo risulterebbero del tutto obsolete.