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ESCLUSIVO. La crisi raccontata dall’economista Guido Salerno Aletta

8 Settembre 2022

ESCLUSIVO. La crisi raccontata dall’economista Guido Salerno Aletta

“Se l’industria italiana potesse contare su un governo filo-italiano non avrebbe bisogno di troppi aiuti. Purtroppo i nostri sistemi di stoccaggio sono stati messi all’asta senza alcun sostegno per gli operatori che volessero comprare gas sul mercato in questo momento, e addirittura sono stati offerti alla condivisione con gli altri Paesi europei. Invece Francia e Germania si sono scambiate garanzie per gas ed elettricità solo fra di loro. L’Italia si dimostra ancora una volta troppo generosa, molto più degli altri”. La crisi energetica ha radici profonde: guerra e sanzioni “si inseriscono in un contesto in cui molti dei soldi immessi dalle banche centrali sono stati utilizzati per acquistare futures di materie prime, prodotti agricoli ed energetici quando i prezzi erano bassi per la crisi economica determinata dalla epidemia di Covid”. A parlare è l’economista Guido Salerno Aletta. Laureato in diritto costituzionale, è un grande conoscitore del settore pubblico, avendo ricoperto gli incarichi di Consigliere del Senato, Vice Segretario Generale della Presidenza del Consiglio, Segretario Generale del Ministero delle Comunicazioni, e Capo di gabinetto del Ministro delle Comunicazioni. Nel settore privato, invece, è stato Vice Presidente di Telecom Argentina, Chief of Operations di Telecom Italia in Argentina, General Manager in Mediterranean Nautilus, Direttore Generale della Fondazione Ugo Bordoni. Attualmente è editorialista per Milano Finanza e Teleborsa e svolge attività di Consulenza strategica.
 
Il tetto al prezzo del gas non è una misura finanziaria, tuttavia viene sbandierato come la panacea di tutti i mali. Putin, da parte sua, ha già minacciato pesanti ritorsioni. Come finirà?
“Al momento il G7 si è espresso a favore di un tetto al prezzo del petrolio, che verrebbe implementato attraverso il divieto di stipulare contratti di assicurazione e riassicurazione dei trasporti marittimi di petrolio acquistato dalla Russia ad un prezzo superiore a questo ‘cap’ da parte delle compagnie assicuratrici dei Paesi membri del G7 e di quelli della Ue, quando questa si unirà a questa decisione. Il petrolio viene infatti prevalentemente trasportato via nave. Non si tratta di una misura diretta, ma indiretta. Tale misura presenta due limiti: la Cina non aderirà all’invito dei Paesi che adottano il price cap sul petrolio e l’Opec+ ha già deciso di tagliare la produzione di centomila barili al giorno. Non c’è stata quella preventiva concertazione diplomatica che sarebbe stata necessaria, né con la Cina, né con l’Opec+: e sono arrivati subito due schiaffi”.
 
Le cause principali dell’aumento dei costi sono la guerra, le sanzioni-boomerang oppure le speculazioni?
“Niente di tutto ciò. Gli stravaganti governatori delle banche centrali hanno immesso nel mercato finanziario troppa liquidità e per troppo tempo, per dodici anni, con una sola e breve interruzione. Quella che veniva chiamata ‘manovra non convenzionale’ è diventata la regola. I tassi di interesse sono scesi a livelli inaccettabili, ed in Europa addirittura ad essere negativi anche in termini nominali. Alla Bce, Mario Draghi si è reso responsabile di una vera e propria follia finanziaria, di una situazione senza precedenti nella storia. E poi, da quando nell’aprile del 2021 la Fed ha cambiato orientamento. in senso restrittivo, la Bce ha traccheggiato: i capitali hanno abbandonato l’Euro, che si è svalutato continuamente rispetto al Dollaro, perdendo il venti per cento del suo valore in un anno e mezzo. Una enormità. La guerra si è inserita in un assetto già surriscaldato dei prezzi all’importazione, peggiorato in Europa dalla svalutazione dell’Euro. Dopo la crisi del 2008, ci si era ripromessi di governare i futures delle materie prime, al fine di contenere la speculazione, ma questo non è avvenuto. Si assiste così ad un grande mutamento nel comportamento dei mercati finanziari: anziché guadagnare attraverso la gestione degli asset patrimoniali delle imprese, azioni e bond, ora intermediano i prezzi all’ingrosso delle materie prime, lucrando direttamente sul conto economico delle imprese. Quello delle materie prime è un problema di enorme importanza”.
 
Qualcuno l’ha definita: “anomalia Olanda”. Perché i Paesi Bassi stanno guadagnando dalla crisi del gas?
“C’è da sempre un effetto fiscale e di commercio internazionale che avvantaggia l’Olanda, una sorta di hub soprattutto petrolifero per l’intera Europa. Non solo, ora in Olanda c’è il TTF, la Borsa del gas, un mercato di contrattazioni altamente speculative. Il sistema europeo ha cercato di imitare quello americano, che è economicamente e geopoliticamente unitario, e dunque neutro, a differenza dell’Europa. Negli Usa esiste una sola rete, con un unico prezzo, ma i fornitori sono tutti americani. In Europa i fornitori sono per la gran parte esteri: i reseller di energia elettrica e di gas hanno preferito lavorare solo sul mercato spot, visto che i prezzi scendevano. Ora che invece salgono alle stelle, sono in enorme difficoltà: avrebbero dovuto essere obbligati a stipulare contratti di approvvigionamento a lungo termine. E così, ora, il prezzo di una borsa altamente speculativa ricade sul consumatore finale”.
 
Draghi è contrario allo scostamento di bilancio. Perché?
“Per quanto abbia più volte criticato le decisioni di Draghi, questa volta mi sento di dargli ragione. Il nostro debito pubblico è già enorme. Il problema è rappresentato dalla svalutazione dell’Euro e dai prezzi dell’energia, artefatti a livello di prezzi marginali, da un’asta fatta in Olanda. L’idea originaria era quella di aumentare i prezzi per incentivare la transizione energetica: la verità è che quest’ultima si sta rivelando troppo costosa”.
 
Gli Italiani sono un popolo di grandi risparmiatori: solo nel 2021, ad esempio, il risparmio delle famiglie ha generato un flusso di 320 miliardi e, tra il 2011 e il 2021, la ricchezza finanziaria è salita a 5.256 miliardi. La crisi attuale potrebbe erodere tale risparmio, costringendo i cittadini a indebitarsi?
“La colpa è dell’inflazione, che riduce il potere d’acquisto dei salari, al punto che si devono utilizzare i risparmi anche per fare fronte ad impegni ricorrenti. Il risparmio è come una spugna, ora vi si attinge. Ma l’inflazione riduce pure il valore reale del risparmio accumulato, per questo è doppiamente pericolosa”.
 
Dalla pandemia siamo passati alla crisi energetica. Sembra che qualcuno voglia istituire il “diritto dell’emergenza”, che segnerebbe la fine della democrazia: il ritorno alla vera normalità è un miraggio?
“Pandemia e guerra sono situazioni eccezionali: fanno sì che il Sovrano democratico venga sostituito da un soggetto che si erge a Protettore della popolazione, che limita a sua discrezione le libertà ed i diritti, altrimenti inviolabili. I cittadini, impauriti, si sentono al sicuro, perciò lo acclamano”.
 
Dopo due anni e mezzo di diritti inderogabili violati, è partita la campagna mediatica su come risparmiare gas in cucina o sul fatto che, abbassare la temperatura di un grado, fa pure dimagrire. Negli ultimi trenta mesi gli Italiani hanno accettato qualsiasi privazione: quale sarà la loro reazione quando patiranno fame e freddo?
“Il condizionamento è psicologico: “Se non ti comporti in un certo modo fai del male a te stesso e agli altri”. Per controllare un popolo è necessario farlo sentire in colpa. Finora si è puntato tutto sull’enfasi dell’egoismo, ora si sta lavorando sul senso di colpa. La Chiesa cattolica l’ha fatto da secoli”.
 
Il Green Pass è finito solo temporaneamente in soffitta. A breve potrebbe essere sfruttato come “tessera annonaria”, in vista dei razionamenti?
“Dal punto di vista energetico sicuramente sì! Fai il rappresentante di commercio? Allora hai diritto a tot. litri di carburante e così via”.
 
Nessuno affronta più il fenomeno dell’immigrazione. Eppure, tra il 2020 a oggi, gli sbarchi non si sono mai fermati. Non c’è il rischio che la pentola a pressione esploda?
“Ci hanno fatto dimenticare quel problema. Gli sbarchi ci sono: fanno parte di una globalizzazione che non è dei mercati, ma della forza lavoro. L’unico modo di abbassare i costi di produzione è disporre di manodopera immigrata. La destra americana, che pure politicamente osteggia questi flussi incontrollati, è quella stessa che in California ha bisogno degli immigrati per raccogliere le fragole”.
 
Toto-elezioni: Meloni vincente, ma il prossimo Presidente del Consiglio sarà l’ennesimo tecnico?
“Il suo partito vincerà, ma la Meloni è sicuramente combattuta: da una parte c’è l’ambizione di andare a Palazzo Chigi, dall’altra la prudenza. In una situazione convulsa e caotica, rischia di perdere velocemente prestigio e potere: sono in tanti, infatti, a sperare che sia proprio lei a doversi scottare, per togliere le castagne dal fuoco. Un suo fallimento sarebbe irrimediabile, e così si tornerebbe alle urne magari già a giugno del prossimo anno. Chissà, forse chiederà proprio a Draghi di tornare alla Presidenza, controllando il Governo in Parlamento. E così, se le cose si mettessero male, gli farà fare la fine di Conte”.

Foto, Guido Salerno Aletta