Domani, 2 settembre a partire dalle ore 18:30 va in scena a Palazzo Mercantile “Mahler Universum”, la maratona di musica da camera in cui i partecipanti dei corsi di alto perfezionamento della Gustav Mahler Academy metteranno a frutto ciò che hanno imparato, esibendosi di fronte al pubblico bolzanino in questo lungo concerto gratuito. I 45 studenti dell’Accademia sono stati selezionati tra i migliori allievi delle scuole europee di alta formazione; sono la crème delle giovani promesse della musica classica d’Europa.
Con il titolo “Mahler Universum” l’Accademia ricostruisce in 4 ore di musica il mondo musicale che circonda la figura di Gustav Mahler, quell’universo sonoro in cui il compositore – che alla musica da camera praticamente non si dedicò – ha operato e vissuto.
Oltre cento anni di storia ci separano dalla Vienna di fin de siècle, quel momento di magico ottimismo prima dello scoppio del primo grande conflitto mondiale. Nelle sale della capitale asburgica risuonavano allora le musiche di grandi compositori e Gustav Mahler scriveva i suoi capolavori circondato da un fermento artistico e musicale senza pari.
Con i corsi e i concerti della Gustav Mahler Academy il Bolzano Festival Bozen spalanca una finestra su quel mondo musicale, non limitandosi ad eseguire le partiture dell’epoca ma studiando invece a fondo il modo in cui venivano eseguite, le scelte stilistiche e sonore che con il tempo sono mutate o sono state dimenticate.
“La nostra concezione di un’esecuzione musicale bella ed espressiva è in costante cambiamento”, spiega il musicologo di fama internazionale Clive Brown, grande esperto della prassi esecutiva romantica e consulente musicale dell’Accademia. “Nel corso del tempo può succedere che si perdano di vista delle sonorità più sottili e raffinate di quelle da cui sono state sostituite, oppure che la conoscenza di alcune possibilità espressive vada perduta[…] Riscoprire questi suoni e queste soluzioni espressive ed utilizzarli in modo creativo può restituire alla musica la freschezza e l’efficacia che con il progresso tecnologico è andata perduta”.
I musicisti dell’Accademia suoneranno su degli strumenti storicamente accurati – gli strumentisti ad arco suonando con corde di budello conformi a quelle dell’epoca, mentre invece gli strumentisti a fiato e i percussionisti utilizzeranno gli strumenti originali acquistati da Mahler per la Hofoperorchester di Vienna tra il 1897 e il 1907. Questa raccolta di strumenti è messa a disposizione dalla fondazione Centro Culturale Euregio Dobbiaco, partner fondamentale per questo progetto di ricostruzione del suono di Mahler e della Vienna del primo Novecento.
Il programma di questo ambizioso progetto cameristico abbraccia circa tre decenni della storia della musica viennese, dal 1887 fino al 1925. Troviamo ad esempio “Serenata Italiana” di Hugo Wolf, scritta nel 1887 per quartetto e poi riadatta per orchestra con l’intenzione di creare una suite che non vide mai la luce a causa delle turbe emotive del compositore e il suo confinamento in manicomio. Ritroviamo anche Brahms, protagonista del concerto sinfonico diretto da Pablo Heras-Casado il 30 agosto con la sua Sinfonia n.2 in Re maggiore, di cui qui si eseguiranno due diversi Quintetti scritti tra il 1890 e il 1891. Si volta pagina e linguaggio con Maurice Ravel e il suo celeberrimo “Introduction et allegro”, settimino per arpa, flauto clarinetto e quartetto d’archi, del 1905 e di nuovo con Anton Webern e le sue “Bagatelle” di soli cinque anni più tardi, per approdare poi a Béla Bartók, Arnold Schönberg, Janáček, Prokof’ev e Berg.
Il ritratto di un mondo in cui si inscrive la parabola mahleriana e in cui non possono mancare grandi capolavori come “Verklärte Nacht” di Arnold Schönberg, e i quartetti per archi di Leoš Janáček e Béla Bartók. In questo universo di suoni brilla il talento dei giovani esecutori, promesse della musica classica internazionale di cui Bolzano con l’Accademia si fa incubatrice mettendosi al centro della scena musicale europea.
Foto, Luca Guadagnini