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Ingrid Bergmann, l’indimenticabile Granduchessa Anastasia

14 Agosto 2022

Ingrid Bergmann, l’indimenticabile Granduchessa Anastasia

Siamo nel 2022. Oggi i canoni estetici sono molto diversi da allora, quando nel 1956 fu diretto il film Anastasia. Ho rivisto questo film non molto tempo fa e mi ha colpito il clima culturale a cui si ispira tutta l’opera. Non parliamo dei cromatismi molto forti e le scene poco naturali che ricordano palcoscenici delle operette di quegli anni. Tuttavia onore ai celebri attori, tra i quali la grande Ingrid Bergman, il maestoso Yul Brynner e la carismatica Helen Hayes. Voglio ricordare, inoltre, Akim Tamiroff, Martita Hunt, nonché Natalie Schafer in un ruolo minore.
Il film racconta la storia romanzata di Anna Anderson, la donna che afferma di essere Anastasia, la figlia dello zar Nicola II, l’unica secondo la leggenda a essere scampata all’eccidio della famiglia reale. Difatti, a Parigi nel 1928 il Generale Sergei Pavlovic Bounine, interpretato dal Yul Brynner, speranzoso di mettere le mani sull’eredità dei Romanov custodita in una banca inglese, istruisce Anna Korev, una giovane senza memoria fuggita da un manicomio. Il generale spera di convincere l’imperatrice madre del fatto che si tratti dell’infelice principessa Anastasia, sopravvissuta al massacro della famiglia reale russa. Come si vede nel film, Anna non solo recita perfettamente la propria parte, ma iniziando a ricordare diversi particolari del proprio passato si convince di essere realmente Anastasia. Tanto che persino Bounine inizia a nutrire qualche dubbio circa la sua identità, pensando che possa trattarsi davvero della Gran Duchessa. Ad un certo punto Anna incontra il Principe Paul von Haraldberg, che, invaghendosi di lei, sembra voler riconoscerla come la cugina Anastasia. Nel film non appare chiaro se lo facesse per interesse o con sincerità. Dopo diversi tentativi la giovane ottiene la possibilità di incontrarsi con l’austera imperatrice madre Marija. L’anziana donna è prevenuta e non le vuole credere ma a un certo punto cede e riconosce nella ragazza la propria nipote Anastasia. Il generale ottenuto il suo scopo realizza di non essere soddisfatto. Si accorge di essersi nel frattempo innamorato di Anna che grazie al riconoscimento da parte di Marija dovrebbe essere reintegrata nel rango di Granduchessa per sposare il cugino principe Paul. Anche Anna, benché felice di aver ritrovato Marija, non è sicura di sposare il cugino perché non è certa che Paul sia innamorato di lei. Iniziando a dubitare su cosa voglia veramente si confida con l’Imperatrice Madre che con profondo affetto la sostiene nella ricerca di se stessa. L’anziana donna felice di aver ritrovato la nipote, ma anche addolorata dei continui smascheramenti, in ultimo supplica Anastasia di non rivelarle mai se non dovesse essere lei.
Poco prima della presentazione ufficiale all’aristocrazia e alla stampa internazionale, la giovane, realizzando di amare Bounine, rinuncia alle ricchezze e agli onori per fuggire con l’uomo che l’ha salvata.
Il film finisce con una scena in cui l’imperatrice madre accompagnata dal principe Paul si reca a informare la stampa e l’aristocrazia che non ci sarà alcuna presentazione: il gioco è finito, tutti a casa.
La pellicola ottenne grande successo, tanto che nel 1957 fu conferito a Ingrid Bergman l’Oskar come miglior attrice protagonista.

 

Giornalista pubblicista, scrittore.