Il convento delle Suore Orsoline a Brunico ha ospitato oggi l‘incontro annuale con missionari e missionarie che in estate fanno ritorno in Alto Adige per una vacanza. La missione è la ragion d’essere della Chiesa, ha ricordato il vescovo Ivo Muser, che ha invitato tutti a guardare oltre il proprio campanile.
Una settantina tra missionari religiosi e laici, rappresentanti dei gruppi parrocchiali e volontari attivi nella cooperazione locale ha partecipato all‘incontro annuale con i missionari che in estate tornano in Alto Adige per un periodo di vacanza. Al centro del tradizionale appuntamento, presente anche il vescovo Ivo Muser, l’ascolto delle esperienze di chi vive in terra di missione e il rafforzamento della collaborazione a sostegno dei progetti nel mondo. Attualmente sono una cinquantina gli altoatesini, religiosi e laici dei tre gruppi linguistici, in servizio missionario nei vari continenti.
La giornata promossa dall’Ufficio missinario diocesano nel convento delle Orsoline a Brunico si è confermata una preziosa occasione di confronto, ad esempio con il vissuto di don Pierluigi Sartorel, sacerdote bolzanino in Brasile dal 1977, e di don Konrad Mair che opera nell’isola caraibica di Santa Lucia. All’incontro è intervenuto anche padre Oliver Ndondo, congolese, nuovo Superiore dei Sacramentini in Africa. Sartorel, missionario a Fortaleza, ha raccontato che oggi in Brasile è tornata la fame: “Ci sono 33 milioni di persone che non hanno da mangiare. Sono aumentate la violenza e le disparità sociali. Noi missionari aiutiamo le persone ad avere speranza e fiducia. La fede c’è, ma avere speranza è difficile, soprattutto tra i giovani, che si vedono senza prospettive.”
Il vescovo Muser si è detto colpito dall’elenco dei Paesi in cui missionari e volontari altoatesini sono impegnati: “Qui tra voi diventa evidente cosa significa essere Chiesa cattolica e guardare oltre il proprio campanile. Una politica campanilistica, in tutte le forme, è il contrario di essere Chiesa. Come parte di una comunità mondiale di credenti dobbiamo lavorare per creare unità e sentirci responsabili anche per altre culture. Cerchiamo di anteporre ciò che ci accomuna a ciò che ci divide”, ha invitato Muser. Per questo il vescovo ha ringraziato i missionari e il loro esempio di “messaggeri di fede, speranza e solidarietà per la dignità di ogni persona.”
La missione non è solo cooperazione allo sviluppo, ha poi ricordato Muser, “ma richiede di essere pronti a testimoniare Dio. Un Dio che non esclude nessuno. Questo messaggio di Gesù dobbiamo portarlo anche nella nostra società: siamo tutti missionari, ogni giorno e ognuno al suo posto. La missione è l’essere della Chiesa, la sua giustificazione.” Il vescovo ha infine ringraziato la comunità altoatesina per la grande generosità nel sostenere i progetti nelle missioni.
L’attività dell’Ufficio missionario diocesano è stata sintetizzata dalla direttrice Irene Fortin Obexer, che ha fornito i dati delle tre grandi collette diocesane del 2021 a sostegno di progetti nelle missioni: con l’azione degli Sternsinger (i Cantori della stella), l’offerta della Quaresima di fraternità e la colletta nella Domenica di San Cristoforo sono stati raccolti circa 1,7 milioni di euro. Fortin ha ricordato anche il successo di “Piantare una foresta di vita”, progetto solidale di riforestazione in corso in Uganda: con soli 30 centesimi si mette a dimora un albero. A settembre sarà presentato il nuovo progetto “Una matita per la formazione”, rivolto a ragazze in Africa e avviato con il Movimento delle donne cattoliche.
La giornata si è conclusa con la Liturgia della parola sul tema ”Vita per dono“ (che è il motto del Festival della missione di fine settembre a Milano) e con il ricordo degli otto missionari altoatesini deceduti negli ultimi due anni: il frate cappuccino Alfred Kugler di Villa Ottone (già missionario in Indonesia); suor Magda Eberhard, bolzanina (servizio in Kenya, Tanzania e Uganda); padre Fritz Neuhauser della Società di San Giuseppe (in India); suor Agatha Platter di San Martino in Passiria (in Argentina); don Peter Rechenmacher di Coldrano (in Sudafrica); suor Raingarde Webhofer di Versciaco (in Papua Nuova Guinea); suor Maria Wallnöfer di Lasa (in Argentina); don Alois Aufderklamm di San Felice Senale (missionario in Perù).
Foto, il gruppo nel giardino del convento delle Suore Orsoline a Brunico