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Il sapere tradizionale per il futuro della pastorizia

3 Maggio 2022

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Il sapere tradizionale per il futuro della pastorizia

“La cultura nasce se il sapere viene trasmesso”, afferma il presidente del Südtiroler Bildungszentrum Bernd Karner. “Attorno alla cultura antichissima dell’economia dei pascoli e della pastorizia abbiamo perso molto sapere. Dobbiamo ritrovarlo, cercare e confrontarci con altri per avviare il pascolo guidato; la pastorizia si adeguerà alle necessità ecologiche di oggi. Pecore che pascolano e sono abbandonate a se stesse non possono garantire il mantenimento dei pascoli, visto che sono paesaggi creati dall’attività complessa di persone e animali fin da tempi antichi. Serve la presenza di uomini e donne pastori. Essi hanno un grande peso. Nel nostro gruppo Cultura della Pastorizia sono già attivi pastori e durante la nostra attività veniamo a conoscenza di sempre nuove persone che fanno questo lavoro. Essi trasmettono il loro sapere e le loro esperienze anche al di fuori della nostra Regione. Colpisce molto la determinazione con cui affrontano problemi che inevitabilmente si presentano durante la loro attività.”

Testa, mano e cuore: come si fondono teoria e prassi

Proprio per sostenere le pastore e i pastori nel reagire alle situazioni che cambiano, due anni fa è stato creato il gruppo di lavoro Cultura della Pastorizia nel consorzio di formazione Südtiroler Bildungszentrum, che da 50 anni porta avanti progetti pionieristici nell’ambito della formazione, dal campo sociale, alla cultura, alla natura. Nel periodo della pandemia il gruppo dovette dar prova della sua capacità di adattarsi e attraverso la piattaforma zoom i più esperti hanno istruito gli altri pastori. Tutti hanno imparato in fretta anche a gestire i meeting online. Ci sono attualmente 35 membri nel gruppo Cultura della Pastorizia e, nonostante la pandemia, sono stati raggiunti diversi obiettivi. Settembre 2021: si è tenuto insieme al Comune di Tubre in Val Monastero il primo corso in Alto Adige sulla tecnica di installazione di recinti efficaci contro i grandi carnivori. Il pastore e allevatore di pecore Erich Höchenberger di Tubre e il collega Thomas Schranz della Valle dell’Inn hanno mostrato come posare i recinti anche su terreni ripidi e in presenza di corsi d’acqua. Sono seguiti seminari online e due escursioni a malghe, importanti per rafforzare e formare il gruppo sul campo, sottolinea il direttore del Südtiroler Bildungszentrums Klaus Tumler. I membri del gruppo Cultura della Pastorizia svolgono i più diversi mestieri e sono specializzati in vari settori. I temi più urgenti oggi sono connessi al cambiamento climatico e alla perdita massiccia di biodiversità, alla necessità di ristrutturare l’agricoltura per poter produrre alimenti di alta qualità in loco. Il presidente Bernd Karner in occasione dell’incontro ad aprile del gruppo al Maso Grieb sopra Lana, ospite della famiglia Bertagnolli, ha affermato che “Conservare la pastorizia significa unire vecchie virtù come la perseveranza e il rispetto dei valori con le esigenze e le innovazioni tecniche attuali.”

Il benessere delle capre sta nella loro salvaguardia

Philipp Bertagnolli è circondato da animali da quando è bambino. Alleva la capra di montagna della val Passiria. “Abbiamo un’agricoltura caratterizzata da strutture molto piccole; sono in pochi che vivono della loro attività agricola. Allevo capre, ma è un diversivo per me, non è che guadagno con le capre. Poi sono arrivati orso e lupo che ti mettono alla prova. Quando attaccano il tuo gregge, è troppo tardi. Di professione sono forestale e mi sono documentato molto sull’argomento. Dagli Stati Uniti d’America alla Cechia gli studi ci dicono che abbattere alcuni lupi o altri carnivori non protegge le greggi. La specie lupo da noi è protetta; uccidere alcuni esemplari non mi aiuta a preservare le mie capre che tengo al pascolo in val Martello, ove sono presenti due branchi di lupi.” Bertagnolli è un uomo d’azione. Nel 2021 comprò due cani dell’antica razza Pastore della Sila, selezionata proprio per accompagnare e proteggere le capre, fece un viaggio fino in Toscana meridionale, aiutato da membri del gruppo Cultura della Pastorizia. Quando le capre pascolano sopra la malga Soy in val Martello, le femmine di Pastore della Sila, da poco affiancate da un giovane maschio, fanno da guardiane. Durante l’inverno, fino a maggio, stanno nel vigneto della famiglia Bertagnolli sopra Lana, al maso Grieb. I cani da guardiania marcano il pascolo e ciò segnala ai lupi che non avranno gioco facile. Raramente i lupi si scontrano con i cani da guardiania, abili e possenti, soprattutto se un numero adeguato di cani affianca il gregge. Philipp cominciò a informarsi già parecchi anni anni fa, da quando i primi lupi furono documentati in Alto Adige. Viaggiò in Piemonte e Trentino e prese due giovanni cani Maremmano Abruzzese che avrebbero dovuto proteggere le sue capre. Rimase amareggiato quando, dopo due stagioni, i due cani che stava istruendo mostrarono di preferire la compagnia delle persone in malga anziché sorvegliare le capre in alto. Che fare? Durante l’estate stessa entrarono ripetutamente due lupi nel parco degli animali “Rainguthof” a Caprile – Tesimo. Uccisero parecchi daini. Philipp, conoscendo il proprietario, propose i suoi Maremmani Abruzzesi, visto che erano più abituati a socializzare con gli umani che a lavorare con gli animali da pascolo. Così Rambo e Rocky cambiarono ambiente e diventarono i due guardiani notturni del parco, con piena soddisfazione del proprietario Martin Piazzi. “Da quel momento non abbiamo più avuto problemi con i lupi, nonostante si muovano nella zona di Tesimo.”

I giovani allevatori e i pastori guardano al futuro

Il gruppo di lavoro Cultura della Pastorizia punta sulla forza dei giovani allevatori di pecore, capre e bovini. Essi si informano, imparano e si mettono alla prova. “I giovani sono i primi a valorizzare il sapere e l’approccio ampio del management del pascolo, di cui la protezione delle greggi è solo una parte, anche se importante. Serve un approccio pragmatico e lungimirante per riposizionare la pastorizia in vista delle future generazioni,” conclude Johanna Platzgummer del gruppo Cultura della Pastorizia. “I giovani agiscono, non aspettano.”

Professione pastora o pastore: un mestiere riconosciuto in Alto Adige

Da ottobre 2021 la professione di pastora o pastore viene ufficialmente riconosciuto. La scuola agraria Salern a Varna ha organizzato quest’anno un corso specifico che si conclude in questi giorni, rilasciando una qualifica riconosciuta come mestiere. La formazione abbina teoria e pratica: benessere e salute degli animali, management dei pascoli e protezione dei greggi. L’insegnante Gabriele Falschlunger, anch’essa membro del gruppo di lavoro Cultura della Pastorizia, ha partecipato all’incontro a Lana e Caprile con pastori e pastore che frequentano il corso, da lei ideato e realizzato insieme al direttore e a colleghi. La settimana prossima sosterranno l’esame e tanti andranno subito a lavorare in malga.

Foto/c-Bernd Karner