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ESCLUSIVO. Il fotoreporter Giorgio Bianchi: “Guerra psicologico-finanziaria in Europa occidentale”

20 Maggio 2022

ESCLUSIVO. Il fotoreporter Giorgio Bianchi: “Guerra psicologico-finanziaria in Europa occidentale”

È una guerra tra super-potenze, pianificata da tanto tempo. La gestione della pandemia, attraverso il Green Pass e il conflitto in Ucraina sono solo un “antipasto”, il preludio al futuro bellico che attenderà l’Europa occidentale, considerato il vero terreno di conquista, da parte di Usa e NATO. “L’Occidente non ha alternative: il prossimo passo sarà la guerra alla Russia oppure alla Cina. Le sanzioni? La Russia le aveva previste da anni, perciò ha avuto modo di organizzarsi. Invece colpiranno l’Europa occidentale, che verrà depredata e svenduta”. A parlare è il fotoreporter Giorgio Bianchi. Documentarista e regista, nella sua carriera da freelance ha prestato sempre particolare attenzione alle situazioni geopolitiche e alle tematiche antropologiche. Vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali per i suoi servizi, ha raccontato le vicende di Siria, Ucraina, Burkina Faso, Vietnam, Myanmar, Nepal, India e di tutta Europa. Segue la crisi in Ucraina dal 2013, dove si è recato per documentare le proteste di Euromaidan e il conseguente scoppio della guerra civile tra l’esercito governativo e i separatisti filorussi.

 È appena tornato dall’Ucraina: qual è la situazione?
“Sono giunto in Ucraina l’8 marzo scorso, quando era iniziato l’assedio a Mariupol e sono tornato in Italia il 25 aprile. Dal mio punto di vista la situazione è confusa sui media ma chiara sul territorio, in quanto sono stati dati per assodati obiettivi militari mai perseguiti dai Russi, nella realtà. A mio parere i Russi desiderano conquistare gli oblast di Donetsk e Lugansk e precludere l’accesso al Mare di Azov all’Ucraina e quindi alla NATO, trasformando di fatto il mare in un “lago russo”. In risposta la NATO sta cercando di trasformare il Baltico in un lago “atlantico” attraverso l’ingresso nel Patto di Svezia e Finlandia”.

Quali sarebbero, a questo punto, i reali obiettivi di Putin?
“La strategia non è mai stata resa nota. A mio parere l’offensiva su Kiev serviva a distogliere l’attenzione dalla strategia a tenaglia per accerchiare il Donbass. La mia opinione, al riguardo, è che la Russia desideri prendere il Donbass, al fine di precludere l’accesso al mare all’Ucraina. Forse la Russia ha modificato o modificherà la sua tattica, ma non la strategia”.

Donbass: territorio martoriato da anni e che Lei conosce bene…
“Il Donbass è, unitamente alla Crimea, un territorio storicamente russo: essendo abitato da una cospicua percentuale di russofoni, Putin non dovrebbe avere problemi a gestirlo. Gli scontri nel Donbass sono iniziati nel 2014, risalgono all’indomani di quello che io ritengo essere un golpe neonazista, presentato invece come cambio di governo legittimo e sostenuto dalle potenze imperialiste e dalla NATO. Da allora è in corso un’operazione di pulizia etnica. La domanda che pongo e alla quale nessuno risponde è la seguente: “Cosa sarebbe accaduto alla popolazione russofona se non ci fosse stato l’intervento della Russia?”. Seconda questione: se nel 2014 non ci fosse stato il referendum sull’autodeterminazione della Crimea (referendum non riconosciuto a livello internazionale, ndr), pure quest’ultima sarebbe stata teatro di guerra”.

Nelle ultime settimane è scoppiato il dibattito sui presunti laboratori biologici segreti, presenti in Ucraina. Qual è il Suo parere, al riguardo?
“Ne ho sentito parlare parecchio, ma non ho mai approfondito la questione. È risaputo comunque che le sperimentazioni non consentite in certi Paesi vengano invece effettuate in quelli “satellite”. Ho però appreso, da una fonte qualificata, della presenza di ufficiali della NATO nei sotterranei di Azovstal: cosa farebbero lì?”.

La Von der Leyen ha dichiarato, recentemente, che “oggi la Russia è la minaccia più diretta all’ordine mondiale”. Normalmente l’espressione “ordine mondiale” viene utilizzata dai “complottisti”: esiste davvero, quindi, un “ordine mondiale”?
“È evidente che esiste ed è altrettanto evidente che tale “ordine” sia stato plasmato dalla NATO, oggi in bilico e oggetto di discussione dopo la sconfitta in Siria. Per comprendere ciò che sta accadendo in Ucraina, bisogna confrontare la situazione con quello che è successo in Siria: quando le milizie turcomanne avevano iniziato a massacrare i curdi, i media, che si attenevano alla narrativa ufficiale, sono andati in cortocircuito. Cosa accadrebbe se, oggi, Zelensky decidesse di trattare seriamente? Rischierebbe di ritrovarsi contro i nazionalisti. Le motivazioni di questa guerra sono di carattere economico. È in corso in realtà una guerra economica contro l’Europa occidentale: si cercherà di conquistarla senza sparare un colpo. Le sanzioni indeboliranno l’Europa occidentale, mentre la Russia aveva preso le giuste precauzioni già all’indomani del famoso “golpe”. La Russia è un Paese indipendente sotto tutti gli aspetti, al contrario dell’Europa occidentale. Adesso stanno provando a depredare gli asset russi in Europa occidentale, la quale sta perdendo credibilità agli occhi di Paesi come Cina e India, che in futuro avranno maggiori remore a investire qui. Ritengo si stia facendo tutto il possibile per indebolire l’Europa occidentale…”.

Perché e con quali modalità?
“Si è partiti dalla pandemia, che ha giustificato l’introduzione del Green Pass e si è arrivati a una prima fase: quella del controllo digitale. Si proseguirà con quella della decarbonizzazione”.

Cominciamo dalla prima…
“Il Pass costituisce una gabbia digitale. Noi non vedremo i morti: semplicemente, quando il sistema lo riterrà opportuno, ti “spegnerà”. Si sta combattendo una guerra psicologico-finanziaria e il sistema vuole impedire al singolo di possedere una visione d’insieme. A me sembra invece tutto così chiaro ed evidente: purtroppo a numerose persone mancano i collegamenti. La pandemia ha giustificato il Pass e la digitalizzazione. Ci diranno che, in fin dei conti, quest’ultima ha pure dei vantaggi e il cittadino l’accetterà”.

E la seconda fase?
“Analogamente alla prima fase, ci diranno che, per colpa di Putin, sono state inflitte le sanzioni ed è stata avviata la decarbonizzazione, che per la verità renderà l’Europa occidentale un protettorato della NATO, dipendente dai fondi. Anche in questo caso, però, ci faranno accettare la decarbonizzazione, con il pretesto che farà bene all’ambiente”.

Ma quale sarebbe lo scopo finale?
“L’obiettivo finale è scatenare una guerra vera alla Russia oppure alla Cina, con la speranza che la Russia non si impicci”.

Perché proprio la guerra?
“Alla NATO resta il vantaggio militare. Perché le industrie non prendono alcuna posizione? Forse perché è stato prospettato loro un ruolo e, quindi, benefici derivanti dall’industria bellica? I “grandi” produrranno armi, i “medi” fungeranno da contoterzisti, mentre i “piccoli” verranno desertificati. Tutti i settori dell’economia saranno finalizzati al finanziamento dell’industria bellica”.

Razionamenti in vista, inflazione alle stelle, crisi energetica: quale futuro per l’Italia?
“Ci attende un futuro bellico. Il lockdown è stato sfruttato per cercare di contenere l’inflazione, ma in futuro potrebbe essere utilizzato per altre pandemie o per questioni militari. Prima o poi arriverà la crisi nera, la fame e, a quel punto, la NATO prenderà in mano la situazione per sedare i disordini: toglierà il suo uomo in giacca e cravatta per sostituirlo con uno in divisa. L’Occidente non ha altre strade. Stiamo andando verso la guerra contro la Cina: è da capire se toccherà prima alla Russia oppure alla Cina”.

Il 16 maggio scorso il Green Pass, che non è uno strumento sanitario, ha compiuto un anno…
“Si è trattato di un test di massa. Prima l’hanno concepito e sviluppato a livello teorico, poi si è passati alla prova sul campo. È evidente che di sanitario non ha nulla: la spinta parossistica alla vaccinazione serviva esclusivamente a testare il dissenso. Ogni Paese ha effettuato il test adattandolo alle esigenze e alle caratteristiche della popolazione. In Australia e in Nuova Zelanda, ad esempio, il numero dei morti Covid era relativamente basso: ciononostante il test è proseguito arrivando alla militarizzazione dei due Paesi, militarizzazione che sarà funzionale alla futura guerra alla Cina”.

Le restrizioni e il Pass non sono stati applicati in modo uniforme nei vari Paesi: perché?
“Le misure più rigide hanno riguardato i Paesi dei Cinque Occhi (Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti) e quelli sotto il controllo della NATO. Spagna e Portogallo hanno subito pressioni inferiori, in quanto non ritenuti strategici dalla NATO. Lo stesso dicasi per i Paesi neutrali, come la Svizzera o i nordici, quali Svezia e Finlandia”.

Non La sorprende che, stando alle ultime informazioni trapelate, i vaccini sarebbero un segreto militare?
“Assolutamente no: l’intera gestione Covid era militare. Basti pensare alla presenza dei militari negli hub e al fatto che il primo vaccino disponibile, quello russo, è stato subito scartato dall’Occidente. È una questione di geopolitica: i vaccini rappresentavano il mezzo per arrivare al Green Pass, di cui sentiremo parlare ancora in futuro. Le sembra che i tornelli, i totem e tutti i dispositivi legati al Pass siano stati sviluppati dalla sera alla mattina? Ovviamente no: erano pronti da anni, oggi sono stati semplicemente testati sul campo”.

Con quali risultati?
“Direi che, sotto un certo punto di vista, l’esperimento è perfettamente riuscito: la popolazione è pronta al ritorno del totalitarismo. Nel momento in cui gli atleti non vaccinati o russi vengono esclusi dalle competizioni e la massa lo accetta, significa che la popolazione è disponibile a farsi sottomettere. I Paesi verranno divisi a strati, secondo la logica del “great game”: chi si opporrà al sistema rischierà grosso”.

Foto, Giorgio Bianchi – fonte Giorgio Bianchi Photojournalist