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IL RILANCIO DELLA UIL: “SMART WORKING? PUNTIAMO ANCHE ALLA SETTIMANA CORTA DI QUATTRO GIORNI”

4 Gennaio 2022

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IL RILANCIO DELLA UIL: “SMART WORKING? PUNTIAMO ANCHE ALLA SETTIMANA CORTA DI QUATTRO GIORNI”

“Non solo smart working ma anche settimana corta di quattro giorni. Il mondo del lavoro altoatesino deve finalmente avere coraggio e guardare davvero avanti”. Il dirigente del sindacato Uil Marco Pugliese interviene sul lavoro agile e chiede di spingere ulteriormente verso l’innovazione. “La Silicon Valley è 12 anni che lavora con strumenti online a distanza. Qui in Alto Adige ogni tre per due citiamo Paesi del nord come esempio ma in questo campo non li consideriamo mai. Abbiamo questa fissa della presenza sulle otto ore nel posto di lavoro che effettivamente ha poco senso. Persino le fabbriche si stanno organizzando in smart working in alcuni ambiti: Space X ha diversi operai specializzati in mansioni virtualizzate. Attenzione che non parliamo di sistemi per forza sofisticati ma solo di volontà”.
Alcune aziende private, tuttavia, fanno resistenza a questi scenari. “Sbagliano perché quasi tutte queste sperimentazioni hanno portato a notevoli vantaggi complessivi per le attività. Sono solo resistenze psicologiche”. Perdiamo, tuttavia, il contatto umano. “Ecco questo è un aspetto davvero sopravvalutato. Il contatto umano lo si ha con gli affetti, con la famiglia o con gli amici. Non mi si venga a dire che è importante recarsi in Posta a pagare un bollettino perché abbiamo bisogno di percepire una vicinanza umana”.
Oltre allo smart working, però, la proposta forte è la settimana corta organizzata su quattro giorni. “Pretendiamo dalla Provincia un’articolazione del lavoro moderna che ragioni per obiettivi e non per monte orario. La produttività non è legare un dipendente alla sedia ma valutare quanto sa fare e come. Questo è un atteggiamento al passo con i tempi, serio e più efficiente. Il resto è retaggio arcaico comodo. Le sperimentazioni sui quattro giorni nei Paesi che le hanno applicate (non solo nordici ma anche latini come la Spagna) hanno tutte dato esito positivo. Alcuni governi le hanno pure introdotte in modo sistemico. Qui nemmeno abbiamo il coraggio di proporlo ma un progetto pilota dovrebbe partire subito. Il tutto al netto di categorie dove questo è oggettivamente impossibile come, per esempio, i sanitari”. Non sarebbe davvero troppo rischioso per le aziende? “Non direi. Oggi quanti permessi devono sostenere per i dipendenti che hanno svariate esigenze? Dal prendere i bambini a scuola alle visite mediche. Questa quota crollerebbe sensibilmente ed è solo il primo beneficio immediatamente intuibile tra i tanti. Altri vantaggi possono essere le minori spese per i buoni pranzo necessari così come i ridotti rimborsi chilometrici per chi arriva da lontano. Non sono spese così accessorie”.
Pugliese è anche segretario generale della Uil Scuola e l’analisi riguarda anche il suo specifico settore. “Le riunioni online si sono dimostrate molte sensate e andrebbero parificate a quelle fisiche.  I collegi docenti, le programmazioni e qualche corso di formazione dovrebbero rimanere tali a prescindere dalla categoria. Si parla molto di ridurre l’impatto ambientale ma questa è proprio una delle strade più proficue nel mondo della scuola”. Perché? Non parliamo di industrie. “No certo ma molti docenti lavorano in realtà in più strutture che chiamiamo plessi. La necessità di spostarsi tra edifici distanti per ogni riunione finisce per costringere spesso all’uso dell’automobile. Se si permettesse a queste persone di rimanere in un solo edificio si risparmierebbero tragitti e, alla lunga, luce e riscaldamento”. E i sindacati? “Anche noi dobbiamo evolverci in questa direzione. Come Uil Scuola, per esempio, abbiamo sviluppato una applicazione che permette ai nostri iscritti di effettuare qualsiasi tipo di operazione o consulenza da remoto. L’unica necessità di presentarsi in ufficio fisicamente è ancora legata alla firma sui documenti ma possiamo progredire anche su questo”.