Stamane al Teatro Comunale, alla presenza del Sindaco Renzo Caramaschi, del Presidente della Provincia Arno Kompatscher, del Commissario del Governo Vito Cusumano, del Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, Prefetto Francesca Ferrandino, nonchè di numerose autorità politiche civili e militari, si è tenuta la cerimonia d’inaugurazione della mostra “1938-1945 La persecuzione degli ebrei in Italia” principale evento nell’ambito delle iniziative che si legano al riconoscimento ottenuto da Bolzano quale “Città della Memoria 2022” attribuito dalla Fondazione CDEC (Centro di Educazione Ebraica Contemporanea) d’intesa con il Ministero dell’Interno. Un riconoscimento particolarmente significativo attribuito in considerazione del grande impegno profuso dalla Città di Bolzano, attraverso il suo Archivio Storico sin dai primi anni ’90, sui temi della Memoria.
Bolzano è stata dunque scelta quale sede dell’annuale evento promosso dal CDEC in collaborazione con il Ministero dell’Interno, ossia la mostra che documenta la storia dell’ antisemitismo, dalla campagna stampa del 1938 fino alla deportazione ad Auschwitz, allestita al Teatro Comunale sino a fine febbraio. Ad illustrare temi e aspetti della persecuizione degli ebrei in Italia, Gadi Luzzato Voghera direttore del Centro di Documentazione Ebraica che ha prodotto la mostra e che ha tenuto una lectio sulla “Distorsione della Shoah”, quindi sono intervenuti Federico Steinhaus vice Presidente della Comunità Ebraica di Merano, Dario Venegoni Presidente dell’ANED, l’Associazione Nazionale ex Deportati che ha parlato delle deportazioni con particolare riferimento al Lager di via Resia, infine lo storico Hannes Obermair, vice Presidente dell’ANPI Alto Adige che ha parlato di Bolzano e delle due dittature.
Parlando della mostra allestita nel foyer del Teatro Comunale, il Sindaco Caramaschi ha ricordato l’importanza di un tema, quello delle leggi razziali, che a livello nazionale è stato archiviato con troppa rapidità. “Nei giorni in cui si celebrano i 50 anni dell’Autonomia va ricordato cosa hanno prodotto la libertà, la democrazia e la nostra Costituzione. Quella delle legge razziali è una pagina che i giovani devono conoscere e che va approfondita” Il primo cittadino ha ricordato anche l’installazione al Muro del Lager, con i nomi delle oltre 10.000 persone transitate dal campo di via Resia , molti delle quali non più tornate. “Quel muro, quella installazione e quei nomi, devono rappresentare, la coscienza critica della nostra Città” ha ribadito Caramaschi. Anche il Presidente della Provincia Arno Kompatscher ha sottolineato come sia giusto ricordare quelle tragiche pagine di storia e soprattutto come sia necessario non abbassare la guardia, “Perché -ha detto- purtroppo queste idee nascono e rinascono sempre e lo vediamo anche ai giorni nostri. È un nostro dovere ricordare e lottare per difendere e affermare i valori della democrazia, dell’uguaglianza, della libertà e i diritti dell’uomo. Oggi lo stiamo facendo anche con questo evento”.
È seguita la consegna delle Medaglie d’Onore conferite dal Presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra. In particolare il Sindaco Caramaschi ed il prefetto Cusumano hanno consegnato le “Medaglie d’Onore” a Valeria Lodola, figlia dell’insignito Guido Angelo Lodola, internato a Meppen in Germania
dal 9 settembre 1943 al 15 aprile 1945. Quindi hanno ricevuto la “Medaglia d’Onore”, Carlo e Francesco Lodola, figli dell’insignito Giuseppe Lodola, internato nello Stalag 398 in Austria dal 9 settembre 1943 al 25 aprile 1945. Infine premiata Antonella Ravagnani, figlia dell’insignito Bruno Ravagnani, internato in Germania dal 9 settembre 1943 al 10 agosto 1945.
La cerimonia d’inaugurazione della mostra sulla persecuzione degli ebrei in Italia si è conclusa con il taglio del nastro da parte del Sindaco Caramaschi, del Prefetto Ferrandino, del Presidente Kompatscher e del Commissario del Governo Cusumano.