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Sostenibilità, regionalità e salute: i megatrend

2 Novembre 2021

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Sostenibilità, regionalità e salute: i megatrend

La Food Innovation Conference presenta nuovi approcci per l’industria alimentare dell’Alto Adige.

I consumatori di tutto il mondo desiderano consumare cibo sostenibile, regionale e sano. La pandemia ha accelerato questa tendenza: ecco perché questi tre temi sono stati al centro della prima Food Innovation Conference Alto Adige organizzata da IDM Alto Adige, che si è svolta oggi in Val Sarentino. Durante la giornata esperti internazionali e locali hanno fornito informazioni sulle ultime tendenze, dando così ai partecipanti spunti per innovare la propria azienda. Allo stesso tempo, ci sono state molte opportunità di confronto e networking. Best practice locali hanno completato l’evento e hanno mostrato come le aziende altoatesine possano sfruttare a loro vantaggio i megatrend.

«I prodotti agroalimentari dell’Alto Adige sono molto richiesti in tutto il mondo perché considerati sani e di alta qualità. Non è un caso infatti che questo settore rappresenti circa un terzo delle esportazioni totali dell’Alto Adige. Anche gli altoatesini stessi si indirizzano sempre più verso i prodotti locali. Megatrend come la salute, la neo-ecologia e la regionalità aprono alle aziende altoatesine del settore grandi opportunità di ulteriore sviluppo», afferma Vera Leonardelli, direttrice del dipartimento Business Development di IDM. La Food Innovation Conference di IDM, che si rivolge principalmente a responsabili e collaboratori dell’industria alimentare e della gastronomia altoatesina, offre una panoramica delle tendenze più importanti sui mercati. «L’obiettivo è quello di dare un impulso alle imprese e stimolare l’apertura verso nuove tematiche», dichiara Leonardelli. Sostenere le aziende nello sviluppo di nuovi prodotti, processi e servizi è parte integrante della mission di IDM.

Un tema importante, che riguarda in larga misura l’industria alimentare, è la sostenibilità. Il cibo che i consumatori e l’industria alberghiera e della ristorazione mettono in tavola ogni giorno ha un forte impatto sull’ambiente. Prendendo le giuste decisioni d’acquisto e agendo in modo consapevole dal punto di vista ambientale, tutti possono contribuire alla protezione del pianeta. In questo contesto, le aziende hanno una responsabilità importante, perché possono guidare i consumatori verso la sostenibilità. Durante la Food Innovation Conference, gli esperti hanno mostrato, attraverso esempi pratici, come l’industria alimentare altoatesina possa diventare più sostenibile. Michael Krainz, project manager Packaging & Food dell’Istituto austriaco di ricerca e sperimentazione OFI, ha spiegato come gli imballaggi riciclabili possono proteggere il nostro cibo e l’ambiente e quali opzioni di imballaggio sostenibili e sicure sono attualmente disponibili sul mercato. I membri dell’associazione internazionale La FuGa, invece, hanno presentato il loro movimento per portare in una direzione più sostenibile i sistemi alimentari tradizionali che causano sprechi e degrado ambientale. Nel farlo, coinvolgono molte discipline diverse.

Come possono le aziende altoatesine diventare leader nel “regeneratives business”? Questa domanda è stata al centro della presentazione online di Laura Storm, autrice e co-fondatrice di “The Regenerators”. Questo collettivo di professionisti vuole diffondere un nuovo approccio di principi di leadership basati sulla sostenibilità. Secondo Laura Storm, uno dei compiti più importanti per gli imprenditori del XXI secolo è quello di gestire le loro imprese secondo principi rigenerativi – seguendo l’esempio della natura, il cui approccio olistico può essere preso come modello. Infine, Peter Sölva, amministratore delegato della Sölva Gmbh di Bolzano, che gestisce il ristorante “Condito” e la società di catering “Happystudio Events”, ha fornito un esempio pratico. Nella sua cucina, i fermenti e le salse sono fatti anche con presunti prodotti di scarto come il pane raffermo o le croste di parmigiano: tutto questo riduce significativamente lo spreco di cibo.

Strettamente legato alla sostenibilità è il secondo megatrend, la regionalità, «la risposta alla globalizzazione del nostro sistema alimentare e il conseguente anonimato del cibo proveniente da tutto il mondo», come analizza il Food Report 2021 tedesco. «L’importanza della produzione alimentare locale è aumentata negli ultimi anni, e questo sviluppo è stato ulteriormente accelerato dalla pandemia. Questa è chiaramente una tendenza futura», dichiara Vera Leonardelli. Come si può vivere la regionalità nel settore alberghiero è stato spiegato, tra l’altro, da Sarah Gerstl, dell’albergo “Das Gerstl” di Malles, dove vengono utilizzati soprattutto prodotti locali dell’Alta Val Venosta. Kurt e Lisa Resch, del “Biohotel & Bikehotel Steineggerhof”, invece, da tre anni si occupano dell’albergo con una gestione orientata alla natura, cucinano prevalentemente pasti vegani e con prodotti regionali biologici.

Il terzo grande tema dell’industria alimentare è la tendenza verso cibi che non solo soddisfano il palato, ma aggiungono valore alla salute. Ad esempio, secondo alcune scoperte, il 70% del nostro sistema immunitario è collegato all’intestino. Secondo un rapporto della società di ricerche di mercato Mintel, in futuro il benessere – compreso il benessere mentale, che dipende in gran parte dalla salute dell’intestino – sarà preso sempre più in considerazione nelle decisioni d’acquisto nel settore alimentare, delle bevande e in quello della ristorazione. Anche questo trend si è sviluppato ulteriormente in seguito alla pandemia. Alla conferenza, la biologa e giornalista Silvia Soligon ha raccontato come produrre cibo buono e sano, mentre Hans-Jürgen Sopper, co-fondatore di ceresAlpin GmbH di Schongau, e Gluderer Urban, fondatore dell’azienda Kräuterschlössl GmbH di Coldrano, hanno parlato dei coloranti alimentari biologici che ricavano da materie prime biologiche rinnovabili.

Foto, Aljan De Boer (relatore), Elisabeth Steger (IDM), Arianna Piazzi (IDM), Sabine Schnarf (IDM), Sarah Böhmer (relatrice) e Vera Leonardelli (IDM)/©IDM/Luca Zuccolo