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Le misteriose opere artistiche di Julian Demetz alla galleria Babylon Coleurs di Bolzano

2 Novembre 2021

Le misteriose opere artistiche di Julian Demetz alla galleria Babylon Coleurs di Bolzano

Julian ha ventun’ anni e una strada segnata. Bolzanino dallo sguardo vispo con l’arte nel sangue, si fa strada già da qualche anno. Dimostra di conoscerla e soprattutto di aver trovato il suo modo d’interpretarla. Un modo nuovo, fresco, vivace, sperimentale. Respira arte fin da piccolo, il suo cognome è Demetz. Anche lui, come da tradizione di famiglia utilizza il legno, materiale povero e antico poco considerato nell’arte contemporanea per realizzare sculture figurative, innovative, tutte da scoprire ed interpretare.
Un giovane talento che abbiamo voluto intervistare a pochi giorni dall’inaugurazione di una sua mostra personale che terrà a Bolzano dal 18 novembre al 17 dicembre presso la galleria Babylon Coleurs in Via Capuccini 14/B.

Come nasce la tua passione? 

Fin da bambino quando prendevo matite e pennelli in mano mi lasciavo trasportare. Mi sentivo libero di poter viaggiare. In quella situazione ho capito che amavo il disegno o meglio il segno che si poteva lasciare su un foglio di carta bianco.
I miei genitori amano molto l’arte. Per questa ragione la mia infanzia è stata segnata da interminabili visite a musei d’arte contemporanea, chiese e siti archeologici. Non lo davo a vedere ma ne ero affascinato, volando con la mente in mondi fantasiosi.
Crescendo il mio interesse per l’arte in parte diminuì. Più come motivo di ribellione nei confronti dei miei genitori che per altro.
Oggi sono assolutamente consapevole che questa è la mia unica strada.

Come nasce l’idea di un’opera d’arte? 

In realtà non mi serve molto. Mi basta poter essere me stesso in un ambiente rilassato dove potermi sentite al sicuro. Trovo ispirazione nella quotidianità. Maggiormente le idee mi vengono mentre sto lavorando a un’opera. La lavorazione dei materiali e delle superfici è un atto molto creativo nel quale mi si aprono nuovi modi inaspettati.
Molte forme o cose che vedo nella vita quotidiana, come in città, sono una forza motrice o un’ispirazione per me.
Infine, gli arnesi, i pennelli, i trapani, nonché matite che uso sono anche parte di un processo che genera idee.

Dall’idea iniziale a l’opera finita quanto evolve l’opera?

L’idea è la scintilla che fa partire tutto. Il risultato finale è come un viaggio in cui scopro tanti pensieri e tecniche che influiscono molto sul lavoro finale.
Non mi pongo un limite di tempo per lo sviluppo di un’opera, la probabilità che l’idea non corrisponda più a ciò che originariamente avevo in mente o come schizzo nella fase iniziale sulla carta, è davvero molto grande.
Spesso dipende dall’umore come si sviluppa un lavoro, non si ha lo stesso desiderio di creatività ogni giorno. Questo vuol dire che si viene influenzati in ogni momento da circostanze, avvenimenti, pensieri diversi.
Spesso ho bisogno di fare una pausa, mettere l’opera da parte a metà del suo processo lavorativo. Questo periodo di fermo può ovviamente stravolgere il lavoro, rendendolo ancora più eccitante.

Cosa consiglieresti ad altri giovani che hanno la passione per l’arte?

Di non pensare troppo a “come fare”, ma di buttarsi e iniziare. Non bisogna avere paura di farlo!
Credo che l’arte sia una passione che parte da dentro e non può essere legata ad un’età. Bisogna iniziare quando se ne sente la necessità.

Bolzano dà la possibilità ai giovani di vivere l’arte? 

In parte sì. Quello che manca è ottenere visibilità e spazi dove i giovani artisti possano sperimentare, incontrarsi e discutere le loro idee.

Quali opere troveremo esposte alla galleria Babylon Coleurs di via Capuccini ? 

Ci saranno tanti lavori creati durante il lungo periodo di lockdown. La pandemia mi ha dato la possibilità di sperimentare molto. Non voglio anticipare troppo, ma spero che in tanti verranno a visitarla. Tra l’altro trovo giusto preservare un pizzico di segreto attorno alle mie esposizioni.