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Alto Adige. Altri guai per una segretaria per presunto reato di truffa

19 Ottobre 2021

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Alto Adige. Altri guai per una segretaria per presunto reato di truffa

I militari della Stazione Carabinieri di Egna hanno nuovamente denunciato per truffa l’ex segretaria di uno studio dentistico di Salorno che già era stata scoperta appropriarsi dei soldi delle parcelle imbrogliando sia i clienti che il dentista.
Questa volta però i truffati (cliente e dentista) non si trovano a Salorno ma a Egna. La denunciata, infatti, originariamente non lavorava presso lo studio di Salorno ma presso un altro professionista a Egna. Quest’ultimo poi aveva dovuto chiudere per la pandemia e trasferirsi in Trentino, ma piuttosto lontano da Salorno e quindi aveva segnalato la segretaria a un collega con lo studio molto più vicino, dove la donna era andata a lavorare negli ultimi due anni.
Orbene, prima della pandemia una donna di Egna era andata a curarsi da un dentista nello stesso centro della Bassa Atesina. Al momento di saldare aveva pagato 4.000 euro nelle mani della segretaria, che le consegnava la relativa fattura. La donna quindi si era sentita in regola. Peraltro il dentista poi si era trasferito e non si erano più visti.
Qualche giorno fa la donna leggendo il giornale ha avuto la sensazione di essere stata truffata poiché, al di là del fatto che lo studio medico fosse evidentemente diverso (due comuni diversi), la storia sembrava identica alla sua. È quindi andata a recuperare la fattura e ha rintracciato il vecchio dentista per un confronto. Come temuto, ha dovuto constatare che era stata truffata dalla segretaria in questione.  La segretaria si era impossessato indebitamente dei 4.000 euro rilasciando una fattura che è carta straccia. Anche il dentista è stato frodato dalla ex dipendente perché la segretaria non ha mai versato il denaro al legittimo titolare del compenso.
Ora i truffati oltre al danno rischiano pure la beffa perché – salvo diversi accordi diretti – potrebbero essere sollecitati al pagamento dai professionisti che non hanno ricevuto il dovuto.
I carabinieri della Bassa Atesina stanno, inoltre, valutando, d’intesa con i militari della Guardia di finanza, l’ipotesi di emissione di fatture false, che prevedrebbe una sanzione ben più grave rispetto al reato di truffa.