Lasciare alle parti sociali la regolamentazione dello smart working

Il lavoro agile ha conosciuto un fortissimo sviluppo durante la pandemia evidenziando potenzialità ma anche limiti e rischi della normativa in vigore dal 2017. Per questa ragione CNA Trentino Alto Adige apprezza l’interesse del legislatore a rivedere una regolamentazione troppo fragile rispetto al fenomeno dello smart working, in particolare prevedendo l’accordo individuale tra dipendente e impresa senza alcun ruolo per la contrattazione collettiva. Nel corso dell’audizione in Commissione Lavoro alla Camera sulle proposte di legge in materia di lavoro agile e lavoro a distanza CNA nazionale ha sottolineato come “la contrattazione collettiva dovrà avere un ruolo centrale nella riforma dell’impianto normativo sul lavoro agile”. Per CNA è fondamentale una inversione di rotta con la riforma, prevedendo che il contratto collettivo di lavoro diventi lo strumento principale per disciplinare il rapporto di lavoro, in quanto garantisce uniformità di trattamento per i lavoratori e consente di cogliere le specifiche esigenze e potenzialità dei vari settori.
“In questi mesi le nostre aziende hanno imparato ad apprezzare questa modalità di lavoro che si è dimostrata innovativa, utile e anche produttiva. È necessario però garantire regole chiare che devono essere concordate tra le parti sociali, a partire dalla necessaria chiarezza sulla definizione di smart working e dalle differenze tra quest’ultimo e altre tipologie di lavoro a distanza” commenta il presidente di CNA Trentino Alto Adige Claudio Corrarati.
Le proposte di legge ora al vaglio del Parlamento contengono però a detta della Confederazione nazionale alcune misure non condivisibili in quanto introducono rigidità che non favoriranno lo smart working e con il rischio di alimentare il contenzioso. Ad esempio CNA è contraria a prevedere a livello normativo una integrazione salariale obbligatoria per i lavoratori in smart working così come stabilire in modo rigido la percentuale di lavoro in presenza e quella in smart working. Si tratta di vincoli che non tengono conto delle specificità dei vari settori produttivi e di complessa gestione nelle imprese di minori dimensioni.