Il referendum confermativo è una necessità obbligata! Questo la maggioranza governativa non lo poteva meglio dimostrare se non appunto volendo abrogare questo strumento. Per essa i motivi devono essere veramente forti per doversi presentare come rappresentanza di governo che vuole limitare drasticamente i diritti politici dei cittadini. Il motivo determinante non può essere altro che essa sappia solo imporre autocraticamente le proprie posizioni ed è fondamentalmente incapace di collaborare.
Questo è un lato della questione. L’altro è che i cittadini e le loro organizzazioni ne hanno abbastanza di vedersi sottoposti a un dominio autoritario e che sotto condizioni finora mai così limitanti hanno risposto in modo massiccio alla chiamata di difendere i propri diritti politici. Mai così tanti cittadini hanno varcato l’alta soglia dell’ufficio comunale, il più possibile evitata, per sostenere la richiesta di un referendum contro questo oltraggioso taglio dei diritti politici. Finora erano 8.000, questa volta sono quasi 11.000 i cittadini che hanno firmato nei comuni e questo in poco più di un mese. Con un totale di 16.402 firme (comprese quelle raccolte liberamente) in così poco tempo, tutte le aspettative sono state superate.
Con questo, e con la richiesta di referendum che nel frattempo è stata presentata anche da 14 consiglieri provinciali, tutti gli aventi diritto di voto potranno decidere in un referendum confermativo all’inizio del 2022 se la legge provinciale, con la quale non solo il
– referendum confermativo sulle leggi provinciali ordinarie, ma anche
– la redazione indipendente per informazioni in vista di referendum (opuscolo referendario) e
– la possibilità per i cittadini di nominare i consigli cittadini estratti a sorte, debba essere o non vada abolito.
Proprio così come in questo caso, con il referendum che la maggioranza di governo vuole abolire, i cittadini hanno la possibilità di riprendersi il loro potere decisionale – che in una democrazia spetta fondamentalmente al popolo e delegato temporaneamente alla rappresentanza politica – anche per quanto riguarda le leggi provinciali ordinarie. Questo è sempre il caso quando 13.000 cittadini sono dell’avviso che il consenso popolare per questo è dubbio.
Anche se lo sforzo e l’impegno per arrivare al referendum sono stati enormi, e i costi ad esso associati sono da sostenere, di cui è responsabile solo la maggioranza di governo in quanto è stata messa in guardia, alla fin fine si può anche esserle grati per questo passo. Perché in questo modo, quella parte di “normalità” di cui abbiamo più bisogno, il controllo democratico diretto e l’iniziativa dal basso, sono stati ripristinati, i cittadini possono continuare ad avere fiducia nella democrazia, i cittadini possono diventare ancora più consapevoli di ciò che serve per farla funzionare bene e, in vista delle prossime elezioni, formarsi un’opinione su come questa maggioranza di governo provinciale tratta i diritti democratici.