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Terapie domiciliari, la folla di Napoli: “Troppi morti, subito un protocollo ufficiale”

11 Luglio 2021

Terapie domiciliari, la folla di Napoli: “Troppi morti, subito un protocollo ufficiale”

Una folla oceanica, a Napoli, per la terza Conferenza Nazionale sulle terapie domiciliari precoci. Organizzato dall’UCDL (Unione per le Cure, i Diritti e le Libertà) e dal Comitato Cura Domiciliare, associazioni fondate e presiedute dall’avvocato Erich Grimaldi, l’evento di ieri sera (patrocinato dal Comune di Napoli) ha registrato il record di partecipanti. Ancora una volta è stato chiesto conto del mancato coinvolgimento dei medici del gruppo nella stesura delle linee guida di contrasto al Covid-19. Proprio a questi medici il Ministro della Salute, Roberto Speranza, non ha mai dato risposta, anzi ha ignorato totalmente le richieste e le testimonianze di migliaia di persone.
 
PIAZZA GREMITA. “Curiamo in scienza e coscienza” lo slogan della manifestazione (svoltasi alla rotonda Diaz e condotta da Max Vitale, conduttore e speaker di Radio Kiss Kiss), alla quale hanno preso parte i sanitari, i loro guariti, cittadini provenienti da tutta Italia e pure dall’estero. “Abbiamo riempito la piazza, come già accaduto a Roma e a Milano. Ringrazio tutti gli operatori sanitari, nessuno escluso, che in un anno e mezzo hanno assistito migliaia di persone, oltre ai volontari e ai moderatori che hanno contribuito alla crescita del gruppo”, ha esordito il legale. “Nelle settimane scorse abbiamo fatto sentire la nostra voce davanti alle sedi regionali della RAI, che fino a quel momento aveva ignorato sistematicamente l’operato del nostro gruppo. Dopo la nostra protesta pacifica numerosi Tg regionali hanno mandato in onda un servizio sulle cure domiciliari. Ciò significa che, in Italia, per far valere le proprie ragioni è necessario occupare le piazze. Rappresentiamo complessivamente due milioni di cittadini: il nostro gruppo è talmente importante che ormai ha la forza di incidere su qualsiasi decisione”, ha proseguito l’avvocato Grimaldi. “Il mondo della comunicazione palesa gravi problemi”, ha sottolineato Valentina Rigano, giornalista e portavoce delle due associazioni. “Inoltre l’emergenza Covid ha fatto emergere l’inefficienza della sanità territoriale. Grazie al nostro gruppo (che sui social ha superato il mezzo milione di utenti, ndr) è in atto, però, un piccolo cambiamento”.
 
LA RACCOLTA DELLE FIRME E LO STUDIO. In piazza è continuata la raccolta delle firme per la petizione indirizzata al Ministro Speranza, al fine di chiedere proprio al Ministero della Salute di prendere in considerazione il lavoro dei medici sul territorio, come espressamente richiesto dal Senato con il voto dell’8 aprile scorso.
L’avvocato Erich Grimaldi ha inoltre annunciato che il 27 luglio porterà i cittadini innanzi al Ministero della Salute per la consegna brevi manu delle firme raccolte e indirizzate a Speranza.
“Ci contestano -ha affermato il legale- di non avere ancora pubblicato gli studi probanti l’efficacia delle terapie domiciliari precoci, ignorando il fatto che non è possibile condurre grossi trials durante una pandemia. Inoltre eravamo troppo impegnati a salvare vite umane. Ora però siamo pronti, perché è in corso di pubblicazione un primo studio, con ospedalizzazioni ridotte allo zero per cento, su un gruppo di pazienti trattati in fase precoce, nelle prime 72 ore dall’insorgenza dei sintomi ovvero quel breve lasso di tempo che le linee guida ministeriali suggeriscono per la vigilante attesa. Di questo studio si occuperà il professor Serafino Fazio”.
 
L’APPELLO AL GOVERNATORE DE LUCA E IL “CASO MALTA”. “Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, non ci ha mai contattato per ricevere delucidazioni sul nostro schema terapeutico: ha deciso invece di curare la gente chiudendola in casa, lasciandola in vigilante attesa e con il paracetamolo. È giunto il momento di rivedere le linee guida ministeriali, perché l’Italia ha subito troppi morti”, ha aggiunto l’avvocato Grimaldi, il quale ha poi relazionato i presenti sul “caso Malta”. “Nelle ultime ore siamo stati contattati dalle famiglie di alcuni nostri giovani connazionali, positivi sintomatici, rimasti bloccati a Malta senza alcuna terapia. Ci siamo attivati noi: l’ambasciata italiana, presente a Malta, non si è preoccupata di questi ragazzi: abbiamo pagato 121 euro per portare loro le medicine”. Sul palco è intervenuta anche la mamma di una delle ragazze: “I nostri figli si trovavano a Malta per un viaggio-studio. Ci avevano assicurato che l’isola era Covid-free, quando in realtà non era così. Alcuni ragazzi positivi sono stati costretti a rimanere nella stanza insieme ad altri negativi e, nel tentativo di non contagiarli, hanno indossato la mascherina giorno e notte. Ricevevano il cibo per terra. Siamo stati abbandonati da tutti, nonostante avessimo provato a contattare pure il Ministero. Se non si fosse attivato prontamente il Comitato dell’avvocato Grimaldi saremmo andati incontro a conseguenze ancora più serie e drammatiche”.
 
L’INTERVENTO DELL’AVVOCATO CARLO ALBERTO BRUSA. L’avvocato Carlo Alberto Brusa sta provando a costituire, in terra transalpina, un’associazione simile a quella fondata dal suo collega Grimaldi. “Vivo in Francia da tanti anni e porterò la vostra esperienza anche lì. Vi assicuro che non esiste un gruppo più organizzato del vostro”. L’avvocato Brusa avverte: “Oggi la libertà è in pericolo. È in pericolo la libertà di espressione e la libertà di accedere ai mass media. Ci sono medici finiti sotto processo per avere prescritto un determinato farmaco. Quando vi accorgete che certe decisioni non possono essere contestate significa vivere ancora in democrazia? Stiamo attraversando grandi difficoltà in tutte le democrazie occidentali”.
 
OVAZIONE PER LA GIORNALISTA ANGELA CAMUSO. Nel corso della manifestazione, durata quasi quattro ore, si sono alternati medici e sanitari: la rete del gruppo è particolarmente estesa e coinvolge, infatti, anche infermieri, farmacisti, fisioterapisti, psicologi, biologi e altri professionisti. Sul palco è salita infine la giornalista d’inchiesta Angela Camuso (inviata di “Fuori dal Coro” e autrice del libro “La vita che ci state rubando”, edito da Castelvecchi), alla quale è stata riservata un’autentica ovazione. Angela Camuso è l’unica giornalista del mainstream ad essersi occupata delle cure precoci contro il Covid. “A pagare devono essere anche tanti nostri colleghi, che ora ci diffamano: denunciate i giornalisti che scrivono falsità e che credono di cavarsela con i virgolettati di certi scienziati, i quali ci raccontano cose che non stanno né in cielo, né in terra. Mi hanno insegnato che il giornalista è il controllore dei poteri: per questo ho lavorato per testate di destra e di sinistra, senza indossare alcuna camicia. Il popolo è libero e sovrano se conosce la realtà dei fatti. Non a caso la libertà di stampa è considerata la tenuta democratica di uno Stato. Non a caso la censura è stata messa in atto dal fascismo, durante il Ventennio. Da giornalista affermo che bisogna raccontare la verità: il Covid si può curare. Gli eroi sono questi medici, regolarmente richiamati dai loro ordini, perché sostengono l’esistenza delle cure. Io vi supplico di non arrendervi e di continuare a diffondere la verità, anche se è difficile far capire alle persone che sono state ingannate”.

Foto, la manifestazione di Napoli – fonte UCDL e Comitato Cura Domiciliare Covid19