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Libertà di stampa RAI: il Comitato Cura Domiciliare Covid-19 chiede trasparenza

11 Giugno 2021

Libertà di stampa RAI: il Comitato Cura Domiciliare Covid-19 chiede trasparenza

“È sancito il principio della libertà di stampa ex art. 21 della Costituzione: eppure, rispetto alla nostra esperienza, avvertiamo da un anno un ostracismo incomprensibile”. Il Comitato Cura Domiciliare Covid-19, presieduto e fondato dall’avvocato Erich Grimaldi, invia una lettera all’Onorevole Massimiliano Capitanio, Segretario della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, per invocare “maggiore trasparenza e informazione, soprattutto attraverso i canali della televisione di Stato, relativamente alle proposte e istanze del Comitato, che da oltre un anno supporta a domicilio e in telemedicina migliaia di persone in tutta Italia”. L’8 maggio e il 6 giugno scorsi il gruppo delle terapie domiciliari precoci (che ha superato i 500 mila membri sui social) ha organizzato, rispettivamente a Roma (la cronaca: https://www.buongiornosuedtirol.it/2021/05/covid-e-cure-precoci-migliaia-in-piazza-per-le-terapie-domiciliari/) e a Milano (il racconto: https://www.buongiornosuedtirol.it/2021/06/terapie-domiciliari-la-manifestazione-di-milano-10-mila-in-piazza-duomo/) due appuntamenti della “Conferenza Nazionale delle terapie domiciliari”, alle quali hanno partecipato migliaia di cittadini, molti dei sanitari promotori delle cure e molti guariti grazie a loro. L’evento nel capoluogo lombardo ha coinvolto circa diecimila persone: un vero e proprio record, ignorato o minimizzato tuttavia dalla maggior parte dei mass media. Sottolinea l’avvocato Grimaldi: “Meno di una settimana fa a Milano, in Piazza del Duomo, circa 10 mila persone sono intervenute per ascoltare, testimoniare, capire, quanto proposto dal Comitato per far fronte alla pandemia, per altro dopo aver avviato svariati canali istituzionali nel corso degli scorsi mesi. Non vi è stata neppure una sola telefonata da parte di giornalisti della tv di Stato. Mi riferisco alle reti nazionali: perché questo silenzio, dopo un anno di lavoro?”. Prosegue il legale: “Ieri il senatore Massimiliano Romeo, che insieme al Sottosegretario Pierpaolo Sileri ci ha ricevuto a marzo proprio per ascoltare e comprendere il lavoro dei nostri medici, ha chiesto al Ministro della Salute, Roberto Speranza, il perché del mancato dialogo con tutti i medici che hanno lavorato sul campo, come per altro espressamente richiesto, tramite voto pressoché unanime dallo stesso Senato, l’8 aprile scorso. Nessun telegiornale ne ha parlato. In un momento come questo, dove le “armi” per combattere il virus possono e devono essere molteplici, manca trasparenza; avvertiamo un vuoto nei contraddittori che non comprendiamo e reputiamo pericoloso”. Ugualmente necessaria la trasparenza, l’apertura di un dibattito sulla legittimità di dubbi e domande relativamente alla campagna vaccinale. Quanto espresso “non equivale a negare la necessità di un vaccino, mentre, invece, è corretto anche al fine di rassicurare tutta la popolazione, che la comunicazione circa i criteri di scelta sia la più limpida possibile”. Il Comitato, che ha proposto da tempo uno schema terapeutico per trattare il Covid nella fase precoce (l’approfondimento: https://www.buongiornosuedtirol.it/2021/01/nasce-lo-schema-terapeutico-terapie-domiciliari-covid-19/), dichiara: “La volontà di comprendere e approfondire non può che passare dal confronto, possibilità che dalla televisione di Stato non ci è stata mai concessa. Ciò vale anche per la campagna vaccinale, per la quale nell’interesse di tutti sarebbe doveroso spiegare cosa significhi il consenso informato e in che modo vengono prese certe decisioni in merito alla somministrazione di un siero piuttosto che di un altro, a una determinata categoria di persone”. Così la portavoce del Comitato, Valentina Rigano: “Trovo frustrante il voler definire spesso con una terminologia dispregiativa il lavoro di questi medici da parte di alcuni colleghi, quando basterebbe far sedere gli uni di fronte agli altri, nello stesso studio: i professionisti del nostro gruppo e chi sostiene che non vi siano evidenze circa il loro operato. Abbiamo offerto la loro esperienza per ricerche e studi, un appello che nessuna televisione nazionale ha raccolto: non dovrebbe essere per tutti prioritario capire se esistano più armi a contrasto della pandemia?”.

Foto, Erich Grimaldi