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L’analisi di Felix von Wohlgemuth a sessant’anni dalla “Notte dei fuochi”

12 Giugno 2021

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L’analisi di Felix von Wohlgemuth a sessant’anni dalla “Notte dei fuochi”

Sono passati sessant’anni dalla cosiddetta “Notte dei fuochi” e per coloro che sono nati negli anni successivi si pone il quesito se sia giusto commemorare o meno questo avvenimento – afferma il co-portavoce dei Verdi Grüne Vërc Felix von Wohlgemuth in una nota al nostro giornale.
Per me – afferma il co-portavoce – è un giorno volto alla riflessione. La strada da taluni intrapresa aveva cagionato grandi sofferenze e conteneva il potenziale per compromettere definitivamente la pacifica convivenza in Alto Adige.
Secondo Wohlgemuth per coloro che sono nati dopo e non hanno vissuto quegli anni non è semplice giudicare. È certo che in quel momento, per disperazione e mancanza di prospettiva, per alcuni la via degli attentati sembrava l’unica percorribile. Ma c’erano già allora coloro, cioè le persone ragionevoli e lungimiranti, che rifiutarono nettamente la via della violenza.
Wohlgemuth pone l’accento sul fatto che la generazione della guerra radunatasi intorno a Sepp Kerschbaumer riteneva che la tutela della vita umana andasse sempre assicurata, ma sottolinea anche che l’escalation del conflitto aveva immediatamente provocato un primo tributo di sangue. Allora – evidenzia il co-portavoce dei Verdi Grüne Vërc – la democrazia non era ancora consolidata. Non dobbiamo dimenticare – e anche questa è per me una lezione di questa “Notte dei fuochi” – dove il fallimento del dialogo politico può portare, cioè alla violenza. Allo stesso modo, non dobbiamo scordarci di ciò che la “Notte dei fuochi” si proponeva di ottenere, non l’autonomia, ma un confronto violento tra i gruppi linguistici, una sorta di guerra civile come percorso verso l’auspicata autodeterminazione. Era la via sbagliata – afferma l’avvocato Wohlgemuth.
Noi sudtirolesi – italiani, ladini, tedeschi e naturalmente anche plurilingue – dobbiamo essere grati solo alle fortunate coincidenze e alle persone coraggiose dell’epoca, per non aver fatto scivolare il nostro Paese in una sanguinosa guerra civile come accaduto nell’Irlanda del Nord, nei Paesi Baschi o peggio ancora nei Balcani. A noi, nati dopo, è stato risparmiato questo dramma.
Il confronto storico con gli eventi di quel tempo è e rimane importante per la comprensione della nostra stessa identità. Ma sarebbe sbagliato mettere gli attori di quel tempo su un altare storico e poi etichettare qualsiasi esame critico di allora come alto tradimento. Le madri e i padri della nostra autonomia, italiani, ladini e tedeschi, hanno fortunatamente capito all’epoca che i problemi del nostro Paese potevano essere risolti solo con il dialogo e la fiducia – non con la dinamite e lo spargimento di sangue – conclude Felix von Wohlgemuth.

Foto, Felix von Wohlgemuth