Un centinaio di componenti del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 ha protestato pacificamente, nella serata di ieri, dinnanzi agli studi RAI di viale Mazzini, a Roma, “al fine di chiedere delucidazioni circa il silenzio e la censura da parte della televisione pubblica, per la quale però i cittadini pagano il canone in bolletta, in oltre 16 mesi di emergenza sanitaria, rispetto alle terapie domiciliari precoci contro il Covid, terapie che hanno consentito di salvare migliaia di vite”. Alla “passeggiata” (come è stata definita dagli stessi organizzatori) hanno partecipato medici, professionisti sanitari, unitamente a numerosi guariti, oltre ovviamente all’avvocato Erich Grimaldi (presidente del Comitato e dell’associazione Unione CDL) e alla giornalista d’inchiesta Angela Camuso (che si occupa da tempo della tematica delle cure domiciliari anti-Covid), i quali hanno contestato “l’omesso rispetto della mission del servizio pubblico radiotelevisivo, che trova fondamento nei principi posti dalla Costituzione italiana”. Il legale ha inoltre ricordato che il fine del servizio pubblico è quello di garantire il pluralismo e perciò esso deve essere aperto a idee diverse, persino contrastanti, “salvaguardando tuttavia il diritto di replica, nonché la libera e corretta informazione nei confronti dei cittadini italiani, che finora hanno invece ricevuto indicazioni a senso unico sull’andamento dell’emergenza sanitaria”. Il tentativo (si ribadisce: assolutamente pacifico e professionale) del Comitato di dialogare con il Presidente RAI, Marcello Luigi Foa, si è rivelato vano: nel comunicato, diramato dal gruppo delle terapie domiciliari, si legge che l’azienda ha infatti chiuso subito i cancelli di viale Mazzini, “confermando, di fatto, che la televisione pubblica si è trasformata in tv di Stato, circostanza di una gravità inaudita e in netto contrasto con i principi democratici del nostro Paese”.