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Il tentativo di sfuggire al virus saltando da un colore all’altro

4 Marzo 2021

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Il tentativo di sfuggire al virus saltando da un colore all’altro

Anche oggi l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige ha fornito, come ormai di consueto da un anno, i dati quotidiani relativi ai contagi del Coronavirus. Comprensibilmente le persone iniziano ad essere sempre più disincantate. Se i primi mesi della pandemia c’era persino ansia di conoscere i dati comunicati ogni sera alle 18,00 dall’ex Capo della Protezione Civile Angelo Borelli, ora i tanti, troppi bollettini regionali, territoriali, nazionali stancano e rendono le persone insofferenti. Ahimè, va detto che le redazioni giornalistiche fanno il loro lavoro e riportare le notizie è cosa dovuta. Le frustrazioni umane sono comprensibili, ma certe reazioni con insulti e attacchi inopportuni sui social contro chi riporta i dati di fatti oggettivi, no.
Così, anche oggi non possiamo fare altro che informare i nostri lettori che i laboratori dell’Azienda sanitaria locale nelle ultime 24 ore, dopo aver effettuato 2.010 tamponi molecolari hanno comunicato ai giornali di aver registrato 162 casi positivi. Da diversi mesi oltre a effettuare test molecolari ci si può sottoporre anche a test antigenici, cosiddetti test rapidi. Ieri sono stati accertati 91 casi positivi. Così in totale i positivi sono 253 tra molecolari e antigenici. Negli ospedali dell’Alto Adige sono ricoverati 197 pazienti Covid, mentre nelle strutture private convenzionate si trovano tuttora 160 pazienti, come nei giorni scorsi. Resta pesante la situazione nelle terapie intensive in provincia, dove sono in cura 41 pazienti Covid, mentre altri tre sono in cura all’estero. Questo nonostante quanto riferito pubblicamente dall’Assessore alla Sanità dell’Alto Adige secondo cui i nostri ospedali disporrebbero di ben 100 letti di terapia intensiva.
Presso le strutture per l’isolamento di Colle Isarco e Sarnes si trovano in tutto 115 pazienti Covid. Nelle ultime ore sono decedute altre 4 persone con un’infezione di Covid-19.
Come noto, i cittadini di Merano, Rifiano, Lana, Moso, Scena, Tirolo, Parcines, San Pancrazio, Silandro, Malles, San Martino in Passiria, San Leonardo in Passiria e Caines sono ansiosi di sapere se l’otto marzo potranno nuovamente uscire e rientrare nei propri comuni senza dover esibire un attestato che dimostri di essere risultati negativi al test antigenico. Tale certificazione ha la durata di 72 ore, quindi almeno due test alla settimana.
Per quanto concerne il territorio provinciale, secondo l’ordinanza di Kompatscher, fino al 14 marzo saremo in lockdown, anche se neanche lontanamente paragonabile alle misure di contenimento praticate nel marzo scorso, quando le forze dell’ordine erano piazzate ovunque per bloccare, ovvero arginare possibili movimenti delle persone. Il “lockdown” imposto dal Presidente sembra molto soft, persino all’interno dei comuni colpiti dalla “variante sudafricana”.
Secondo un’indiscrezione pubblicata sulla Neue Südtiroler Tageszeitung, il quotidiano antagonista al Dolomiten, presto, forse già nei prossimi giorni, l’Alto Adige potrebbe essere definito da Roma zona gialla. Questo metterebbe in difficoltà i Signori di Palazzo Widmann perché difficilmente potrebbero giustificare un prolungamento delle misure di restrizione, come secondo voci di corridoio sembra siano intenzionati a fare. Vedremo! Fatto è che attualmente l’Alto Adige per Roma è zona arancione, sia chiaro, non rinforzato. Per comprendere la tavolozza ricca di colori e sfumature inventata dai super esperti romani evidentemente non basta più studiare i provvedimenti normativi, bisogna fare il salto di qualità, e addentrarsi nell’ermeneutica del colore.