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Alto Adige. Le persone sono disperate, servono aiuti effettivi e immediati

1 Marzo 2021

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Alto Adige. Le persone sono disperate, servono aiuti effettivi e immediati

Il Team K chiede una rapida revisione dei sussidi per l’emergenza Covid: dovrebbe diventare un sostegno più a lungo termine, per venire davvero incontro a chi necessita di aiuto.
Nelle ultime settimane si sono susseguiti gli annunci su un adeguamento dei criteri di accesso agli aiuti previsti per l’emergenza Covid. “Fino ad oggi, però, non è successo nulla e molte persone sono rimaste senza reddito perché hanno perso il lavoro, senza aiuti e sono sempre più disperate”, sostiene Maria Elisabeth Rieder.
Il Team K chiede quindi alla Giunta provinciale di prendere provvedimenti urgenti. I criteri di accesso devono essere rivisti, prevedendo aiuti per tutta la durata dell’emergenza. L’ammontare dei contributi dovrebbe essere poi portato almeno al livello di minimo vitale e anche i limiti di reddito per le famiglie andrebbero rivisti.
L’assistenza di emergenza Covid era partita per la prima volta nella scorsa primavera, ed era stata rilanciata in autunno. “Dopo quasi un anno ormai, non è più possibile parlare di ‘aiuti d’emergenza’. Ora si tratta di creare misure di sostegno mirate per cittadini e famiglie per ammortizzare le perdite subite”, sosotiene Rieder.
L’esperienza ha mostrato quali sono i diversi problemi. I criteri sono talmente rigidi che molte persone – pur trovandosi ad affrontare perdite e difficoltà significative – non ricevono aiuti. “L’assistenza Covid è destinata a tutti coloro che sono senza reddito e non ricevono l’indennità di disoccupazione o altre prestazioni sociali. Finora, l’iter di accesso è stato mantenuto abbastanza semplice, ma per rendere l’assistenza Covid più mirata, potrebbero essere richiesti ulteriori requisiti”, spiega ancora Rieder. Per elaborare le richieste, i distretti sociali hanno bisogno di essere potenziati. “Il tempo necessario è relativamente lungo, anche perché il personale è troppo poco. I distretti sociali hanno bisogno del supporto di altri collaboratori, che senza una lunga formazione possano svolgere le mansioni richieste”, conclude la consigliera provinciale.