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CONFESERCENTI ALTO ADIGE: “ORA CONVIVERE CON IL VIRUS O PORTEREMO LE AZIENDE ALLA CHIUSURA”

26 Febbraio 2021

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CONFESERCENTI ALTO ADIGE: “ORA CONVIVERE CON IL VIRUS O PORTEREMO LE AZIENDE ALLA CHIUSURA”

BOLZANO. “Se qualcuno si stesse chiedendo dove sia il punto di rottura è il caso che sappia che ormai siamo vicinissimi”. Federico Tibaldo, presidente di Confesercenti Alto Adige, pur non rinunciando alla metafora è molto lucido nell’analizzare il proseguimento del lockdown imposto dalla Provincia di Bolzano fino al 15 marzo. “Adesso iniziamo davvero a fare i conti con i dubbi di sopravvivenza di molti commercianti e pubblici esercizi. Inutile girarci intorno: l’allarme rosso è qui. Quanto mai presente. Il salvataggio che è stato proposto fino adesso (al netto di una parte di Ristori per i quali ringraziamo) è quello di un ulteriore indebitamento. Certo, possiamo parlare di prestiti a tasso agevolato e di tutte le cautele che vogliamo ma è sempre un indebitamento. In quanto tale un’esposizione”. In che misura? “Questo dipende dalle singole attività ovviamente ma questa pressione inizia ad essere importante. Fatto salvo qualche mese di apertura con mille difficoltà abbiamo settori che sono in crisi profonda da nove mesi. È un lasso di tempo enorme. Difficoltà, oltretutto, che si trascineranno nei prossimi anni perché i prestiti andranno restituiti”.

Oltre ai negozi, i bar, i ristoranti o gli ambulanti del mercato c’è una prospettiva che va allargata. “Tutto l’indotto ne soffre in modo drammatico. Ci concentriamo spesso solo su chi è chiuso ma pensiamo ai rappresentanti, ai fornitori, agli artigiani che si occupano di manutenzioni o agli agenti di commercio. Formalmente non tutti sono fermati ma è come se la fossero. E la pubblicità? Chi è che oggi ha la forza di investire in pubblicità? La grande distribuzione e l’e-commerce. Fine. Non solo, queste aziende hanno problemi di solvibilità e questo significa che, anche chi sta lavorando, rischia di andare incontro a problemi di pagamento. Stiamo aprendo delle voragini che portano nel dirupo anche i settori più ai margini ma collegati”.

Rimane, tuttavia, da considerare prioritariamente una situazione di emergenza sanitaria. “Purtroppo pare abbastanza evidente come i dati non stiano migliorando nonostante le chiusure imposte. Al netto di questo non abbiamo alternative dall’orientarci verso una convivenza con il virus. Dobbiamo trovare il modo ma ogni scelta contraria porterà a chiusure diffuse a tutti i livelli.

Foto, Federico Tibaldo