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Covid-19, da domenica bar e ristoranti chiusi in Alto Adige

26 Gennaio 2021

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Covid-19, da domenica bar e ristoranti chiusi in Alto Adige

Il fatto di fare molti controlli in Alto Adige non solo non è apprezzato a livello romano, ma è addirittura penalizzante. Tant’è che per Roma l’Alto Adige è “zona rossa” e per Bruxelles “rosso scuro”- Tuttavia, per evitare possibili contrasti, la Giunta provinciale ha deciso di rendere più restrittive le norme locali.
Da mesi in Alto Adige si eseguono test a tappeto, strategia ha consentito di tenere la situazione sotto controllo e di emanare misure meno restrittive rispetto ad altri territori, “Nonostante la riapertura di negozi, bar e ristoranti a partire dal 7 gennaio – ha affermato oggi, 26 gennaio, il presidente Arno Kompatscher durante la conferenza stampa al termine della Giunta provinciale.– la situazione dei contagi è rimasta stabile, e gli elevati indici di incidenza  sono semplicemente la conseguenza di questa alta intensità di test fra la popolazione”. Il presidente della Provincia ha dunque ribadito la propria convinzione secondo cui “la nostra strategia è corretta”, ma ha aggiunto che “occorre prendere purtroppo atto che i criteri di valutazione attualmente in vigore a livello europeo e italiano non solo non premiano questo comportamento, ma lo penalizzano”. Per questo motivo, e allo scopo di evitare possibili contrasti con il governo nazionale anche in tema di possibili mancati ristori all’economia locale, la giunta provinciale ha deciso di rendere più restrittive le norme locali in materia di contenimento dei contagi. Ciò significa che giovedì 28 gennaio il presidente Kompatscher firmerà una nuova ordinanza che prevede la chiusura di bar e ristoranti Nel provvedimento, che entrerà in vigore a partire da domenica 31 gennaio, verrà inoltre inserita la forte raccomandazione a  tutta la popolazione di indossare come dispositivo di protezione naso-bocca la mascherinaFFP2. “La Giunta provinciale – ha aggiunto Kompatscher – vuole rimanere comunque fedele alla sua strategia, e farà il possibile affinché i criteri di valutazione in vigore vengano modificati. Assieme alle altre Regioni cercheremo di spingere per fare in modo che la classificazione dei singoli territori e l’inserimento nei singoli “colori” tenga conto anche del numero dei test svolti. L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige sta facendo un lavoro egregio e proprio grazie all’elevato numero di test sostenuti sta contribuendo in maniera determinante a gestire la pandemia.”

Foto, Arno Kompatscher