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Mercato del lavoro e occupabilità, svolta necessaria

29 Dicembre 2020

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Mercato del lavoro e occupabilità, svolta necessaria

Il 2021 sia l’anno della riqualificazione del personale umano, necessaria per dare risposte alle imprese che soffrono la carenza di personale preparato. Il mondo delle Scuole professionali, dell’apprendistato e del Maestro professionale in lingua italiana necessita di una svolta coraggiosa, con l’avvio di percorsi, se necessario concordati con le Scuole professionali in lingua tedesca, per garantire l’offerta formativa richiesta dal mercato del lavoro, ma difficile da realizzare per l’esiguo numero di potenziali studenti o partecipanti. Le Scuole professionali sono fondamentali per le aziende e il mondo del lavoro, con un ruolo che sarà sempre più importante e che merita più risorse finanziarie, un numero di docenti adeguato e che adotti metodi che consentano di uscire dagli schemi finora utilizzati. Fondamentali, oltre ai corsi di 3 e 4 anni e all’apprendistato, è la possibilità di accedere al quinto anno e alla maturità professionale, propedeutica per formare studenti universitari con la mentalità del saper fare. Infine, formazione continua e Maestro professionale devono essere la punta di diamante per lavoratori e piccoli imprenditori già rodati.

È la conclusione alla quale sono giunti Claudio Corrarati, presidente della CNA-SHV, e Cristina Masera, segretaria della Cgil-Agb, nel corso di un confronto reso necessario dal fatto che entrambe le associazioni sindacali, datoriale la prima e dei lavoratori la seconda, ricevono costantemente richieste di assistenza per intraprendere percorsi professionali che, in molti casi, risultano preclusi.

“Dobbiamo prendere atto – commenta Claudio Corrarati, presidente della CNA-SHV – che l’epidemia da Covid-19 renderà molto più complesso il mercato del lavoro, anche in Alto Adige che da tanti anni viaggia sotto il 3% del tasso di disoccupazione. La qualificazione professionale sarà il vero spartiacque tra perdere il lavoro e ritrovarlo in un lasso di tempo accettabile, senza finire nel girone infernale del lavoro irregolare e dei sussidi. La crisi che stiamo già affrontando, e che sarà sempre più pesante nei prossimi mesi, deve diventare un motivo per uscire dagli schemi di divisione etnica in tutto il percorso formativo professionale di lingua italiana, dagli studenti e dagli apprendisti a chi, già formato, aspira al titolo di Maestro professionale. Fondamentale sarà la formazione continua mirata, rapida ed efficace. Le aziende ne trarranno grande beneficio, anche in termini di competitività data dal valore aggiunto della formazione, purché si evitino i doppioni con corsi già esistenti: sarebbe uno spreco di risorse”.

“Ci è stata segnalata la delusione – chiarisce Cristina Masera, segretaria della Cgil-Agb – di chi vede nella qualificazione non solo un diritto alla formazione,  ma anche un modo per affrontare il futuro. Purtroppo i corsi di Maestro professionale in lingua italiana, compresi quelli per le professioni artigiane, non partono per mancanza di iscritti. Il problema si estende alle Scuole professionali e all’apprendistato in lingua italiana. Sappiamo che le aziende dei centri urbani del fondovalle faticano a trovare adeguati percorsi formativi per gli apprendisti. Si rende necessaria una profonda rivisitazione del modello”.

CNA-SHV e Cgil-Agb propongono l’istituzione di percorsi misti tra Scuole professionali italiane e tedesche, con materiale didattico bilingue, sostegno allo sviluppo delle competenze linguistiche sempre più richieste dal mercato del lavoro accanto alle competenze manuali nei settori di grande sviluppo: edilizia sostenibile, produzione green, automotive, servizi di qualità. Il tutto da estendere fino al percorso di Maestro professionale.

L’occasione è il piano provinciale per il Recovery Fund, purché – concordano le due associazioni sindacali – non si ripetano gli errori dopo la crisi del 2008: no a corsi finalizzati a chi li istituisce, sì ad iniziative mirate verso i potenziali fruitori, con verifiche periodiche sulle competenze acquisite e sull’occupabilità. “Sarà necessario – concludono Corrarati e Masera – un cambio radicale di mentalità. Al contempo, le parti sociali, quelle datoriali e quelle sindacali dei lavoratori, si impegnano a mettere al centro le persone, valorizzando percorsi che portino al lavoro dipendente o al lavoro autonomo anche attraverso specifico sostegno da parte degli Enti bilaterali”.