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Covid e idrossiclorochina, il Consiglio di Stato: “Sopraggiunte circostanze nuove”

25 Novembre 2020

Covid e idrossiclorochina, il Consiglio di Stato: “Sopraggiunte circostanze nuove”

La parola passa al Consiglio di Stato. Prosegue la battaglia legale dell’avvocato cassazionista Erich Grimaldi che, unitamente alla collega Valentina Piraino, ha impugnato la decisione del Tar per chiedere la reintroduzione della sperimentazione con l’idrossiclorochina, in modalità off label, per il trattamento domiciliare del Covid, in fase precoce. Nelle ultime settimane si è infatti acceso il dibattito sull’assenza a tal fine di un protocollo domiciliare uniforme e sulla mancata approvazione per la somministrazione dell’antimalarico “Plaquenil” (nome commerciale dell’idrossiclorochina), sempre nella cura del Covid, utilizzato anche nella terapia dell’artrite reumatoide e del lupus eritematoso. Gli scienziati sono profondamente divisi: alcuni lo considerano inefficace o addirittura dannoso per i malati di coronavirus, altri invece sostengono l’esatto contrario, precisando però che il farmaco venga somministrato rispettandone la posologia e la tempestività. Intanto l’avvocato Grimaldi ha fondato un Comitato di scopo, al fine di chiedere subito l’applicazione di un protocollo uniforme per la cura domiciliare precoce dei malati affetti da Covid-19. Le adesioni al Comitato fioccano, parimenti alle iscrizioni al gruppo Facebook (creato dallo stesso avvocato) “#terapiadomiciliarecovid19 in ogni Regione”, mediante il quale medici e malati si confrontano tra loro: il gruppo conta quasi 35 mila membri. Il noto legale campano aveva presentato ricorso al Tar del Lazio, proprio per reclamare il ripristino della terapia a base di idrossiclorochina, forte del sostegno di numerosi medici italiani. Nonostante il tribunale amministrativo abbia rigettato il ricorso in prima istanza, l’avvocato Grimaldi ha impugnato la decisione del Tar innanzi al Consiglio di Stato. La questione entra ora nel vivo e le prossime settimane potrebbero rivelarsi decisive. Il presidente della terza sezione del Consiglio di Stato, Franco Frattini, ha infatti fissato al prossimo 10 dicembre  la Camera di Consiglio, per la discussione collegiale dell’istanza cautelare, avverso il provvedimento del Tar del Lazio, promossa da un gruppo di medici contro Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e Ministero della Salute, relativa alla legittimità della decisione di sospendere l’utilizzo dell’idrossiclorochina per il trattamento del Covid-19 al di fuori degli studi clinici. Il Presidente, come si legge nel decreto motivato, pur rigettando il decreto cautelare monocratico, ha ritenuto che gli appellanti, rappresentati dagli avvocati Erich Grimaldi e Valentina Piraino (fondatori, come detto, del Comitato di scopo per la cura tempestiva domiciliare del Covid-19), abbiano presentato argomenti validi su cui il Collegio e il Tar Lazio dovranno “condurre ulteriore approfondimento”. La situazione potrebbe quindi capovolgersi. Il Presidente Frattini, in particolare, fa riferimento a “sopraggiunte circostanze nuove” tra la prima determina Aifa del 26 maggio 2020 e quella del 22 luglio 2020, in quanto “gli appellanti fanno valere, oltre a depositare documentazione scientifica in merito, dati ed elementi positivi tratti “sul campo” dalla loro pratica medica sui pazienti Covid prima della sospensione deliberata dall’Aifa nel maggio 2020, affermando che proprio la pratica medica – costituente, nella pandemia Covid, l’espressione più alta, e rischiosa, del dovere del medico di ricercare il farmaco da lui ritenuto “in scienza e coscienza” più idoneo a contribuire alla guarigione – debba essere tenuta in adeguata considerazione, giacché l’uso dei soli studi randomizzati – su cui fa esclusivo riferimento Aifa – comporta difficoltà di trasferimento dei risultati alla pratica clinica, specialmente durante una emergenza sanitaria”. Il giudice, altresì, nel decreto, ritiene di valutare “la critica dei medici al carattere risolutivo degli studi scientifici randomizzati” anche alla luce dello studio sull’idrossiclorochina cui Aifa fa riferimento in entrambe le sue determine, pubblicato dalla rivista “The Lancet” e poi “smentito e ritirato dagli stessi autori”. Il Consiglio di Stato, altresì, motiva la decisione rilevando l’assenza di “uno studio randomizzato sui risultati dell’idrossiclorochina somministrata ai primi sintomi e in ambiente domiciliare”, laddove “esistono risultati positivi di studi osservazionali, retrospettivi (e anche di ‘meta-analisi)”, e citando uno studio “pubblicato il 21 settembre 2020 proprio dalla rivista “ The Lancet”, alla quale evidentemente e giustamente Aifa presta attenzione”, che sostiene “l’effetto riduttivo della idrossiclorochina sul tasso di mortalità da Covid e l’assenza di un aumento della tossicità cardiaca”. Il Consiglio di Stato ritiene che “tali argomenti devono essere considerati unitamente alla significativa – e non smentita in atti dall’Aifa – affermazione che attualmente non esiste un farmaco per il trattamento specifico domiciliare Covid, laddove attualmente la affermata principale preoccupazione delle autorità sanitarie è il trasferimento dei pazienti Covid domiciliari nelle strutture sanitarie a causa dell’aggravamento della malattia, non trattata a domicilio con farmaco specifico”. Il giudice, infine, specifica come “occorra un approfondimento ben più articolato di quello che sembra effettuato nella sede cautelare in primo grado, giacché il diritto di ciascun paziente alla cura appropriata e il diritto – dovere di ciascun medico di prescrivere il farmaco più utile a contribuire alla guarigione del malato, corrispondono a valori costituzionali e indefettibili nel nostro ordinamento“. L’assenza di un protocollo domiciliare uniforme, l’inefficienza della medicina territoriale, impossibilitata in molti casi ad assistere adeguatamente i malati Covid a domicilio e il contenzioso sulla reintroduzione del “Plaquenil” nel trattamento del coronavirus in fase precoce (farmaco tuttavia inserito nei protocolli di numerosi Paesi, tra cui Cina e Germania, solo per citarne alcuni) saranno al centro del dibattito pubblico e istituzionale dei prossimi mesi.