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Contratto Multiservizi, verso la mobilitazione

7 Ottobre 2020

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Contratto Multiservizi, verso la mobilitazione

Sciopero del settore dei multiservizi, flash mob e iniziative territoriali: così è stato deciso dall’attivo unitario, che si è tenuto a Bolzano con la partecipazione delle delegate e dei delegati in videoconferenza a livello nazionale per definire le iniziative a sostegno del rinnovo del contratto collettivo. In Alto Adige sono oltre 4.000 gli addetti del settore. Le modalità della mobilitazione a livello locale saranno stabilite nei prossimi giorni dai sindacati.
Il contratto è infatti scaduto da sette anni. Nell’emergenza sanitaria i lavoratori in appalto per pulizie e sanificazione sono diventati indispensabili per il contrasto alla diffusione del Covid. Come hanno spiegato i sindacati il rinnovo avrebbe potuto dare a questi lavoratori il giusto riconoscimento, ma il recente incontro del 2 ottobre è saltato per responsabilità delle associazioni datoriali, incapaci di dare seguito agli impegni assunti.
Il settore riguarda servizi essenziali: pulizie, logistica, prima accoglienza e sanificazione di ospedali, case di cura, scuole, asili, tribunali, uffici, banche, poste e caserme.
Per le organizzazioni sindacali si tratta di “lavoratori invisibili”, che anche in Alto Adige in piena pandemia, hanno svolto servizi essenziali, ma a loro le istituzioni locali non hanno riconosciuto nessun premio.
Le criticità riguardano soprattutto i continui cambi di appalto che determinano tagli ai diritti e alle retribuzioni. I bandi di gara non prevedono infatti la clausola sociale, che determina la garanzia nell’occupazione e nel mantenimento del potere d’acquisto dei salari. In questo modo non è disciplinata la pertinenza del contratto collettivo rispetto all’oggetto dell’appalto, per cui si vede il settore dei multiservizi applicato ad una diversità di appalti anche quando, ad esempio, il settore di competenza è quello dei metalmeccanici con un conseguente dumping contrattuale.
I sindacati dei servizi di Asgb, Cgil/Agb, SgbCisl e Uil-Sgk hanno messo in evidenza come, anche a livello locale, ci siano appalti al massimo ribasso con gravi conseguenze sulle condizioni di lavoro: mancano i dispositivi di sicurezza e a volte sono gli stessi lavoratori a doverseli procurare a loro spese.
Tra i casi citati a livello locale dai sindacati quello di un gruppo di lavoratori da anni impiegati nella manutenzione degli impianti idrosanitari all’ospedale di Bolzano. In piena emergenza sanitaria hanno fatto funzionare il triage, eppure questi lavoratori con un cambio d’appalto hanno visto diminuire i loro diritti e il loro potere d’acquisto. Si stima una perdita pari al 15% delle retribuzioni e alcuni di loro iniziano a cercarsi una nuova occupazione a discapito anche della qualità dell’appalto.
“C’è assoluta necessità di un contratto collettivo che preveda una vera clausola sociale. Servono regole certe, trasparenza e legalità”, così in conclusione Asgb, Cgil/Agb, SgbCisl e Uil-Sgk.