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Ippodromo di Merano, un’interrogazione parlamentare di Fratelli d’Italia

20 Giugno 2020

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Ippodromo di Merano, un’interrogazione parlamentare di Fratelli d’Italia

L’ippodromo di Merano, una struttura d’eccellenza del comparto ippico nazionale rischia di cessare definitivamente l’attività se anche quest’anno i parametri adottati per la quantificazione delle sovvenzioni ministeriali agli ippodromi non terranno conto delle peculiarità del settore.

Lo scrive il deputato di Fratelli d’Italia Maria Cristina Caretta, componente della Commissione agricoltura di Montecitorio, che  ieri – dopo un’approfondita analisi della situazione con il consigliere regionale Alessandro Urzì – ha depositato un’interrogazione a risposta scritta in Parlamento.

L’onorevole Caretta ha chiesto al Ministro delle politiche agricole Teresa Bellanova se sia informata di quanto sta accadendo nell’ippodromo altoatesino e se intenda individuare già per l’anno in corso un differente modello di erogazione delle sovvenzioni agli ippodromi mediante l’introduzione di specifici parametri che partendo dalla distinzione tra le diverse specialità del settore (galoppo-trotto-ostacoli) possano provvedere ad un maggior sostegno degli impianti di eccellenza dediti alle corse dei cavalli ad ostacoli come l’ippodromo di Merano.

I parametri alla base delle convenzioni di natura economica che il Mipaaf stabilisce con le società che gestiscono gli ippodromi –  scrive l’on. Caretta nell’interrogazione – risultano risalire al cosiddetto “modello Deloitte”, che pur scaduto nel 2008 risulterebbe da allora protratto in costante deroga con criteri di identificazione dei corrispettivi economici a favore delle società di gestione che non tengono adeguatamente in considerazione il differente contributo che ogni singolo ippodromo può offrire per il rilancio del comparto ippico sia sotto il profilo dell’attività agonistica che in termini di sviluppo economico, occupazionale e di interazione con il territorio.

L’ippodromo di Merano costituisce in tal senso il principale impianto nazionale non solo per le corse ad ostacoli ma anche come centro di allenamento per la preparazione e l’addestramento dei cavalli purosangue di questo particolare settore che solo grazie all’impulso positivo generato dal rilancio dell’impianto altoatesino ha saputo uscire dal grave impasse in cui versava una decina di anni fa.  Le spese e gli oneri di gestione – conclude l’on. Caretta –  di un centro di allenamento e di un ippodromo dove si effettuano le corse ad ostacoli sono di gran lunga più impegnative di analoghe strutture dedite alle corse al trotto e al galoppo.

Foto, Alessandro Urzì.