Il primo ministro austriaco invita a non fare le ferie in Italia, di fatto si mette contro ad una delle prime cinque mete mondiali turistiche (l’Austria si perde nelle statistiche), nei sogni dei viaggiatori di mezzo mondo da sempre (come non ricordare il Grand Tour, Goethe docet) e stabilmente nei primi cinque Paesi, come numero di visite dal 1950 (dati UNWTO- United Nations World Tourism Organization/l’ Organizzazione Mondiale del Turismo). Il nostro Paese ha un appeal “mondiale”, grazie all’offerta amplissima, tra bellezze naturali, cultura e storia. Siamo stati per anni una prima meta, il calo è dovuto alla “regionalizzazione” del turismo, esperimento che non ha funzionato. All’estero “viaggia” il brand Italia, infatti è in corso un recupero del vecchio sistema, che portò il Paese (negli anni’80) ad essere prima meta mondiale (ora siamo quinti). Un patrimonio enorme quello italiano, non sempre compreso, visto che il nostro Paese passa da spiagge caraibiche a monti innevati, dalla città d’arte al paesaggio collinare, un microcosmo racchiuso in 301mila chilometri quadrati, quasi unico al mondo, condito da gastronomia eccellente, cultura, storia e movida all’italiana. Sono pochi i Paesi a vantare un’offerta cosi ampia ed è complicato vivere all’estero e non collocare l’Italia tra i Paesi “da visitare”.
Il nostro Paese, a livello di comunicazione, ha bisogno d’esser valorizzato, un Paese del G7 non può far passare in sordina uscite che ne minano gli interessi nazionali. Non dovrebbe un Paese Ue come l’ Austria incitare al boicottaggio verso un altro Stato membro, cioè noi, ovvero la terza industria del continente, il terzo Paese finanziatore e la seconda manifattura. Serve una risposta adeguata a livello politico, ma nel frattempo ci pensa il New York Times a smentire il cancelliere austriaco.
Il New York Times, una tra le testate giornalistiche più importanti a livello mondiale, va ricordato, ha elaborato una classifica dei dieci luoghi più appetibili (e sicuri) per le prossime vacanze estive. Non solo bellezza quindi, ma sicurezza, fattore fondamentale per la scelta della villeggiatura post Covid-19. Il giornale americano ha utilizzato come unità di misura la fine del blocco nei singoli Stati e pone il nostro Paese come il più veloce ad uscire dalla crisi, inserendo le statistiche di ripresa ufficiali (il Paese ha lavorato al 51% anche in piena chiusura) e l’incremento delle ultime settimane.
L’ Italia quindi, per l’estate, è considerata per il New York Times, una meta sicura per i turisti. Al fronte di una perdita del settore turistico di circa 20 milioni d’euro (rispetto al 2019) si sottolinea la rimessa in moto e sicurezza del Paese.
Fa sperare la percezione del nostro Paese all’estero, fondamentale per turismo ed affari, spesso deformata da campagne mediatiche a sfondo politico che sul lungo danneggiano il “brand Italia”, ovvero tutti noi. Serve uno sforzo comune, urge una narrazione meno isterica di un Paese importante, il nostro, che da più di settant’anni è stabilmente nelle prime sette economie mondiali (pensate che negli anni ’80 arrivò al quarto posto). Il turismo è interesse nazionale e spina dorsale del Paese (insieme a manifattura ed industria) ed è un segmento che va protetto da tutti noi, anche a livello comunicativo o a rimetterci saranno in primis i lavoratori del settore e di conseguenza l’ intero Paese.
Report dati del turismo internazionale https://www.travel365.it/file/untwo-tourism-highlights-2018.pdf
L’ articolo del New York Times: https://www.nytimes.com/2020/05/08/travel/travel-reopenings-virus.html?action=click&module=Editors%20Picks&pgtype=Homepage