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Alto Adige. “Reddito di base incondizionato per tutti”, i Verdi scrivono a Kompatscher

25 Marzo 2020

Alto Adige. “Reddito di base incondizionato per tutti”, i Verdi scrivono a Kompatscher

Tra le diverse valutazioni espresse dai politici di tutto il mondo sui cambiamenti radicali che subiranno  cultura e stili di vita della nostra società, il Gruppo dei Verdi Grüne Verc dell’Alto Adige individuano nell’introduzione del reddito di base la via d’uscita praticabile e finanziariamente sostenibile per uscire dalla crisi attuale la nostra società sta vivendo.

“Egregio Presidente Kompatscher – scrivono i Verdi –  abbia il coraggio di fare i primi passi verso un reddito di base incondizionato per tutte e tutti! La strada è sicuramente lunga e non la si potrà percorrere tutta da un giorno all’altro. Ma in tutto il mondo ci sono già degli esempi interessanti con risultati importanti. Dovremmo prenderli in considerazione, non dimenticando che anche in Alto Adige sono già stati fatti alcuni piccoli passi.”

Quindi ricordano che già nel 2012 la Provincia, con l’assessore Richard Theiner, aveva istituito un tavolo insieme alle parti sociali, che aveva elaborato una proposta su come trasferire in un pacchetto unico sotto la Provincia tutte le attuali prestazioni sociali di base di Provincia, Regione e Stato e su come ciò potesse essere trasportato in un sistema riformato e semplificato. Pertanto il reddito di cittadinanza andrebbe integrato in questo nuovo sistema. Ricordano inoltre che nell’accordo di governo firmato per la legislatura 2018-2023 era prevista la semplificazione e la riunificazione delle prestazioni sociali di base.
È però da non sottovalutare la presenza “nella cultura amministrativa l’ingombrante e complesso apparato che finisce per trasformarsi per cittadine e cittadini in degradanti percorsi a ostacoli burocratici.”

In premessa alla lettera al Presidente, i Verdi non sottovalutano la consapevolezza della diffusa obiezione secondo la quale di un “reddito di base incondizionato” non sarebbe sostenibile finanziariamente, soprattutto ora, nella crisi economica che stiamo attraversando. Ed elencano una ipotetica casistica sulle modalità attraverso le quali sarebbero rintracciabile le risorse necessarie . Ed eccole di seguito.
● Una tassa sulle transazioni finanziarie per tutti coloro che fanno i soldi con i soldi, ottenendo dal denaro profitti esorbitanti;
● Una tassa sulle speculazioni con le quali i ricchi diventano sempre più ricchi [secondo uno studio Oxfam, 42 (!) miliardari possiedono tanto quanto mezzo mondo];
● Una decisa tassa ecologica, anche per fare in modo che la nostra madre terra possa riprendersi. Il 29 luglio 2019 c’è stato l’”Earth Overshoot Day”, il giorno in cui l’umanità ha consumato quello che la terra riesce a rinnovare in un intero anno.

“Bisogna iniziare da una tassa unica a livello europeo – propongono i Verdi in questa sorta di “manifesto per il reddito di base. – L’Alto Adige potrebbe farsi “profeta nel deserto”. Siamo abituati a dichiararci orgogliosamente primi della classe. Perché non farlo per una volta con un’idea eticamente fondata che potrebbe portare a un cambiamento benefico per l’intera umanità?
Soprattutto, che cosa provocherebbe il reddito di base?
– Più libertà e giustizia
– Meno paure esistenziali
– Un’enorme riduzione burocratica nella politica economica e sociale
– Meno pressione per un’occupazione al 100%, possibilmente di tutti
– Più dignità per ogni persona.
Il “reddito di cittadinanza” italiano e l’“Hartz IV” tedesco non sono soluzioni, perché comportano strutture super burocratiche e perché si basano su una falsa politica dell’occupazione con costrizione al lavoro”.

 A conclusione del documento i Verdi ricordano che ” la sicurezza incondizionata dell’esistenza di ogni persona è un diritto fondamentale, inserito nella dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite del 1948 – non a caso proprio all’indomani della Seconda Guerra mondiale.

Giornalista, scrittrice, editore.