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Milleproroghe, no a nuove modifiche sullo sconto in fattura

11 Febbraio 2020

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Milleproroghe, no a nuove modifiche sullo sconto in fattura

Appello CNA Trentino Alto Adige a governo e parlamentari regionali: “PMI discriminate”.
Produzione industriale in calo. Corrarati: “Necessari interventi urgenti contro la recessione”. 

CNA Trentino Alto Adige invita il Governo e le forze politiche di maggioranza, in particolare i parlamentari della regione che ne fanno parte, ad evitare nuove modifiche allo sconto in fattura nell’ambito della conversione del decreto Milleproroghe.
“È del tutto evidente – afferma Claudio Corrarati, presidente della CNA regionale – che sarebbe un intervento a gamba tesa dal momento che non si introducono proroghe di termini e soprattutto non ci sono stati confronti e coinvolgimenti dei soggetti interessati su una materia delicatissima”.
CNA regionale ribadisce “la netta contrarietà a ogni meccanismo che obblighi le imprese ad anticipare un contributo pubblico, operazione che spetta agli intermediari finanziari. Lo sconto in fattura è uno strumento discriminatorio nei confronti delle piccole imprese e, come ha evidenziato l’Autorità Antitrust in più occasioni, altera la concorrenza penalizzando i consumatori”.
Nella parte conclusiva dell’iter parlamentare sulla legge di bilancio lo sconto in fattura era stato inizialmente abrogato riconoscendo la fondatezza degli argomenti esposti dalla CNA e poi reintrodotto dopo 24 ore anche se con un perimetro di applicazione più circoscritto, limitato a lavori condominiali con valore superiore a 200mila euro.
CNA Trentino Alto Adige sottolinea che “un nuovo intervento normativo senza un preventivo confronto con le organizzazioni di settore rischia di generare ulteriori disagi e confusione per le imprese e per gli stessi consumatori con il probabile effetto di provocare un pericoloso blocco del mercato”.
L’Unione degli Artigiani e delle Piccole Imprese coglie l’occasione per ricordare al Governo e alle Giunte dell Province di Bolzano e Trento che “non basta a giustificare il brusco arretramento della produzione industriale italiana nel 2019 l’andamento generalmente negativo degli altri principali partner europei. Né motivi esterni, dalla Brexit al coronavirus, che lo scorso anno non avrebbero potuto influenzare l’economia. Anche i dazi sono al momento una preoccupazione più che una realtà”.
“È vero però – sottolinea il presidente Corrarati – che i dati Istat relativi allo scorso anno, e in particolare a dicembre, segnalano un peggioramento delle condizioni del tessuto produttivo che le cause esterne potrebbero nei prossimi mesi ulteriormente peggiorare. Chiediamo che il governo e le Province intervengano con forza e immediatezza al fine di innescare una decisa retromarcia rispetto a una situazione che, applicando gli standard del Pil, si potrebbe definire recessiva. Dal fisco al lavoro è necessaria una scossa positiva, servono investimenti e interventi per rimettere in moto la ripresa attraverso le imprese che più rapidamente sono in grado di adeguarsi alle esigenze del mercato. Vale a dire le micro, piccole e medie imprese, ossatura del sistema produttivo”.