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L’occupazione cresce grazie a artigiani e micro imprese

5 Febbraio 2020

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L’occupazione cresce grazie a artigiani e micro imprese

Osservatorio lavoro CNA: dal 2014 aumento del 13,5% di dipendenti nelle piccole aziende.
Corrarati: “Necessarie misure mirate su burocrazia, fisco, accesso al credito e appalti”.

Sono ancora gli artigiani e le micro imprese a sostenere la crescita dell’occupazione, in Italia così come in Trentino e in Alto Adige. Anche nel 2019 i posti di lavoro registrano una crescita pur se meno intensa rispetto agli anni precedenti. Lo rivela l’analisi realizzata dal Centro Studi della CNA: nella media dei dodici mesi del 2019 il numero di posti di lavoro ha registrato una crescita del 2,6%, in frenata rispetto al +3% dell’anno precedente.
“Il risultato è pur sempre positivo considerando l’andamento debole dell’economia italiana che permane in una fase di stagnazione che si protrae ormai dal secondo trimestre del 2018 – sottolinea l’Osservatorio Lavoro della CNA – e l’aumento degli occupati conferma il sensibile contributo di piccole e micro imprese e artigiani al miglioramento del mercato del lavoro. Dalla fine del 2014 allo scorso dicembre i lavoratori nelle micro e piccole imprese sono aumentati del 13,5% rispetto al +5% dell’intero sistema produttivo”.
Le micro imprese si confermano la classe dimensionale più dinamica. Nel terzo trimestre dello scorso anno il saldo tra attivazioni e cessazioni per le imprese fino a 9 dipendenti è positivo per 124mila unità e sale a 224mila estendendo il campo a quelle fino a 49 dipendenti, pari al 71% del totale. E sono sempre le micro imprese che accusano le principali difficoltà nel reclutamento. Esprimono il 30% delle posizioni lavorative dell’intera economia ma il 39% dei posti vacanti, la percentuale più alta da quando è iniziata la rilevazione nel 2010.
Claudio Corrarati, presidente della CNA Trentino Alto Adige, commenta: “La fotografia scattata dall’Osservatorio lavoro della CNA offre elementi per una analisi approfondita delle complesse dinamiche del mondo del lavoro. In particolare, anche in una fase di prolungata stagnazione della domanda aggregata dell’economia italiana i piccoli imprenditori cercano di non disperdere competenze formate all’interno delle proprie imprese. Ma dobbiamo stare molto attenti a salvaguardare questo patrimonio imprenditoriale: eccesso di burocrazia improduttiva, prelievo fiscale fino al 60% degli utili e accesso limitato al credito, ancora adesso in flessione, hanno impoverito le micro e piccole imprese, che hanno utilizzato le risorse proprie per sopravvivere nei momenti di crisi. Senza il necessario sostegno, non solo con politiche governative nazionali ma anche con programmi territoriali da parte delle Province Autonome di Trento e Bolzano in tema di fisco, burocrazia, credito e appalti, i piccoli rischiano di morire per mancanza di liquidità e per l’impossibilità di rimanere competitivi”.
Questa rappresentazione viene confermata anche dalle tipologie contrattuali. Il contratto a tempo determinato rimane lo strumento principale, applicato al 55,7% dei dipendenti nel 2019, anche se in diminuzione rispetto agli anni precedenti. “E’ evidente – conclude Corrarati – che il decreto dignità ha avuto un impatto poco significativo non solo sull’intero tessuto produttivo ma anche sul sistema delle micro imprese”.

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