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Declino demografico, rafforzare autonomia delle madri e ruolo dei padri nella gestione familiare

13 Febbraio 2020

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Declino demografico, rafforzare autonomia delle madri e ruolo dei padri nella gestione familiare

“L’Italia è uno dei paesi col maggior numero di donne che non sono occupate e che non fanno figli, come raccontano i dati dall’ISTAT. Si smentisce così un vecchio luogo comune, quello che l’occupazione allontana le donne dalla maternità. È l’esatto contrario, come ci confermano i dati degli altri paesi europei, a cominciare da quelli scandinavi. Maggiore è la presenza delle donne nel mondo del lavoro, maggiore è il numero di figli che vengono messi al mondo. E questo perché una donna che guadagna sente di essere nella possibilità di accudire i figli. Così in una nota la senatrice della SVP, Julia Unterberger.
Per incentivare la natalità  – secondo la senatrice sudtirolese – bisogna offrire maggiori sicurezze ai genitori sulla costruzione del progetto familiare, incentivando prima di tutto l’occupazione femminile, ma anche rafforzando gli strumenti che favoriscono il coinvolgimento dei padri nella cura dei figli.

L’Unione Europea, già nel 2000, ha emanato una direttiva per rafforzare il ruolo del padre nella gestione familiare. In Italia ha trovato spazio nella legge del 2001, che dà dieci mesi di congedo facoltativo ai due genitori, cui si aggiunge un mese di premio nel caso in cui il padre si congedi dal lavoro per almeno 3 mesi. In Germania i mesi di premio per il padre sono due, mentre in Svezia è stato introdotto il bonus per l’uguaglianza di genere, un contributo finanziario per i genitori che condividono equamente il congedo parentale. E allora mentre in Italia solo il 7% dei padri ne fa ricorso, in Svezia sono il 69%. A tutto questo concorre anche l’importo economico corrisposto: in Germania è il 67% dello stipendio, in Svezia l’80% (cui si somma l’eventuale bonus per l’uguaglianza di genere), in Italia appena il 30%.