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A Rovereto le danze visionarie di Kor’sia e Luna Cenere

8 Gennaio 2020

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A Rovereto le danze visionarie di Kor’sia e Luna Cenere

Il nuovo anno all’insegna della danza contemporanea si festeggia all’Auditorium Fausto Melotti per InDanza/Rovereto (rassegna organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara), che il 10 gennaio 2020, alle ore 21, accoglie il collettivo italo-spagnolo KOR’SIA. Portavoce di una danza elegante e visionaria, il giovane gruppo, in esponenziale ascesa internazionale, coniuga la formazione classica dei coreografi Mattia Russo e Antonio de Rosa con un teatro dell’oggi permeato di atmosfere cinematografiche. In scena il corale The Lamb, spettacolo vincitore del Berner Tanzpreis.
Sempre il 10 gennaio, al Mart (ore 20), per L’aperitivo di InDanza in collaborazione con il Festival Oriente Occidente è attesa Luna Cenere, protagonista di un omaggio a Isadora Duncan, danzatrice pioniera della modern dance a cui il museo roveretano, fino all’1 marzo, dedica una mostra. Ingresso con biglietto Mart o con biglietto per The Lamb.
Fondato nel 2015 a Madrid di quattro danzatori italiani, il collettivo Kor’sia è oggi animato da Mattia Russo, Antonio de Rosa e Giuseppe Dagostino. La necessità di usare il corpo per comunicare e rendersi visibili come creatori e interpreti è l’urgenza che muove il trio nell’ambito della scena contemporanea. Ogni possibile incontro con le altre arti è consentito nei loro lavori i cui riferimenti spaziano dalla letteratura, alla scultura, al cinema e alla fotografia. In The Lamb (L’Agnello), uno dei loro spettacoli di maggior successo, nato nel 2017 al Teatro Ramos Corrion di Zamora, Spagna, e vincitore del Berner Tanzpreis, la danza contemporanea e la presa di coscienza teatrale si fondono e si adagiano su pagine intramontabili di Johann Sebastian Bach. Permeato di citazioni e atmosfere cinematografiche, lo spettacolo per otto danzatori, tra cui i coreografi, mutua da Pier Paolo Pasolini l’attrazione per il binomio sacro-peccaminoso e da Federico Fellini un irriverente umorismo.
The Lamb parte da una domanda: “siamo forse tutti ciechi?” Così gli autori vanno alla ricerca dell’evento miracoloso del ritrovare la vista, trascinando chi guarda in un’esperienza piuttosto accecante. In essa paradiso, inferno e purgatorio si confondono in un bordello nel quale corpi fiammeggianti in attillate tute rosso-sangue officiano misteriosi rituali dove vittime e carnefici si scambiano i ruoli. Molti i riferimenti letterari del lavoro, a partire dall’Inferno dantesco, ma gli autori non negano neppure un richiamo alla poetica del regista Romeo Castellucci. Un’opera ‘totale’ The Lamb, una rappresentazione dell’abisso post-moderno inquietante e al tempo stesso levigato.

Precede lo spettacolo il secondo appuntamento con gli “Aperitivi inDanza”. Natural Gravitation della coreografa e performer napoletana Luna Cenere, commissione di Ravello Festival 2018, è una performance che si ispira liberamente alla figura storica e rivoluzionaria di Isadora Duncan e al suo celebre manifesto The dancer of the future, pubblicato nel 1928. L’assolo reinterpreta il messaggio di Duncan: «la danza dovrebbe semplicemente essere la gravitazione naturale della volontà dell’individuo, che in definitiva non è altro che la trasmissione nell’essere umano della gravitazione dell’universo». Ma anche: «la danza del futuro sarà un movimento nuovo, una conseguenza di tutta l’evoluzione che il genere umano ha attraversato. […] La danzatrice del futuro sarà quella in cui corpo e anima saranno cresciuti così armoniosamente che il linguaggio naturale della sua anima sarà il movimento corporeo». Luna Cenere costruisce così un atto danzato dalla forma libera e naturalmente ciclica dove l’armonia tra umano e natura, insieme all’intelligenza, alla spiritualità, alla forza femminile si mettono in sintonia con l’universo. Un corpo nudo e un pianeta in scena, con un rimando chiaro al mito greco di Atlante. Lo spettacolo Natural Gravitation prevede nudo integrale.

Foto, The Lamb-Kor’sia/© María Alperi.