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Il ‘caso’ di Simonino da Trento, dalla propaganda alla storia

5 Dicembre 2019

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Il ‘caso’ di Simonino da Trento, dalla propaganda alla storia

Dal 14 dicembre 2019 al 13 aprile 2020, il Museo Diocesano Tridentino propone una mostra dedicata a quella che si potrebbe oggi definire una clamorosa fake news del passato: il ‘caso’ di Simonino da Trento, un bambino presunta vittima di omicidio rituale ebraico, venerato per secoli come ‘martire’ innocente.
L’esposizione, che si estende su due diversi piani di Palazzo Pretorio, prestigiosa sede del Museo Diocesano Tridentino, intende richiamare l’attenzione del pubblico su una delle pagine più oscure dell’antisemitismo, per stimolare la riflessione sui meccanismi di ‘costruzione del nemico’ e sul potere della propaganda. La mostra prende in esame il ‘caso’ di Simone da Trento (detto il ‘Simonino’), un bambino di circa due anni scomparso misteriosamente la sera del 23 marzo 1475 e ritrovato cadavere la mattina di tre giorni dopo nei pressi dell’abitazione di una famiglia ebrea. In base a radicati pregiudizi, la responsabilità del rapimento e del delitto fu subito attribuita ai membri della locale comunità ebraica, con un’accusa fondata sulla convinzione che gli ebrei compissero sacrifici rituali di fanciulli cristiani con lo scopo di reiterare la crocifissione di Gesù. Proprio in virtù del presunto martirio, Simone divenne presto oggetto di un intenso culto locale, che papa Sisto IV vietò sotto pena di scomunica.
Solo nel Novecento, negli anni del Concilio Vaticano II, la rilettura critica delle fonti ha ristabilito la verità storica: il 28 ottobre 1965, lo stesso giorno in cui venne pubblicato il documento conciliare Nostra Aetate, la Chiesa abolì il culto del falso ‘beato’.
L’esposizione è stata ideata in omaggio a mons. Iginio Rogger (1919-2014), già direttore del Museo Diocesano Tridentino e coraggioso protagonista della storica revisione del culto di Simonino, di cui nel 2019 ricorre il centenario dalla nascita. A distanza di più di mezzo secolo dalla sua abolizione, la mostra intende fare il punto e diffondere una più ampia conoscenza di questa delicata e attualissima vicenda tardo-medievale.