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Rovereto. A Jazz’About arriva una leggenda come GARY BARTZ

22 Novembre 2019

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Rovereto. A Jazz’About arriva una leggenda come GARY BARTZ

“Uno dei migliori che abbia mai imbracciato questo strumento”: le parole del grande critico jazz Stanely Crouch sono decisamente esplicite nel momento di dare un giudizio su GARY BARTZ, l’ospite della rassegna Jazz’About, organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara, sabato 23 novembre a Rovereto, all’Auditorium Fausto Melotti, con inizio alle ore 21.30. Sassofonista, nativo di Baltimora e con una formazione musicale al prestigioso Juilliard Conservatory of Music, muove i primi passi della sua carriera alla fine degli anni ’60, guadagnandosi in poco tempo un posto fisso nelle band di leggende come Charles Mingus (nel suo Jazz Workshop) ed Art Blakey (coi suoi Jazz Messengers).
Il passaggio agli anni ’70 è segnato prima di tutto dall’incontro con Miles Davis, che lo include durante un leggendario concerto all’Isola di Wight nella sua formazione live e lo vuole con sé nelle successive date (questa fase della carriera davisiana verrà “fotografata” dall’album “Live/Evil”), ma poi dalla voglia di spiccare il volo come band leader dando vita al progetto NTU Troop, che nell’arco di un pugno di album (come “Harlem Bush Music – Uhuru” del 1971 o “I’ve Known Rivers And Other Bodies” del 1973) lascerà un segno profondissimo in quella terra dove si incrociano jazz, funk e soul.
Dopo un periodo di relativa calma nel decennio successivo, e forse anche una momentanea perdita di incisività artistica, Bartz torna stabilmente al centro delle scene e soprattutto negli elogi di pubblico e critica a partire dagli anni ’90, con registrazioni dal vivo (gli album live “West 42nd Street” e “There Goest The Neighbourhood”) e lavori da studio (“Alto Memories”, 1995, e “Blues Chronicles: Tales Of Life”, 1996), mantenendo questo standard qualitativo fino ai giorni nostri. A Jazz’About arriva accompagnato dal collettivo londinese MAISHA, guidato dal batterista Jake Long: una realtà giovane anagraficamente, ma strepitosa per impatto e capacità di combinare i vari linguaggi della musica black. Questo incontro/scontro generazionale ha creato una scintilla di energia e creatività che ha riportato Bartz agli anni d’oro del periodo NTU Troop, come attitudine e come ispirazione.

Sabato 23 novembre sarà tra l’altro possibile ascoltare ed incontrare i musicisti prima del concerto, in un incontro coordinato dal giornalista Damir Ivic e dal dj, discografico e collezionista Rocco Pandiani, nella cornice di “ARCIPELAGO SUITE – Dialoghi per orecchie curiose”, incontri collegati ai concerti, talk e seminari, curati da Francesca Aste. Per il primo appuntamento di sabato 23, intitolato “L’arte della fuga”, alle ore 18 negli spazi del MART di Rovereto, Bartz e i suoi giovani colleghi britannici racconteranno la genesi di questa loro collaborazione e non si risparmieranno su considerazioni, aneddoti, racconti, analisi sulla scena jazz presente, passata, futura. Un’occasione unica per incontrare i musicisti ed esplorare il loro mondo sonoro.

Foto, Gary Bartz.