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Bolzano. Convegno ASSB, 20 anni al servizio della Città

30 Novembre 2019

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Bolzano. Convegno ASSB, 20 anni al servizio della Città

Occasione per una riflessione sul percorso realizzato in questi anni dall’Azienda, nonché di confronto sui possibili futuri scenari del lavoro sociale, con riferimento alla realtà urbana altoatesina, nazionale ed europea.

Si è svolto nella mattinata di ieri presso la Sala Polifunzionale del Centro civico Oltrisarco-Aslago, il convegno dal titolo “ASSB: 20 anni al servizio della Città. Passato, presente e futuro del lavoro sociale nei contesti urbani”, organizzato dall’Azienda dei Servizi Sociali di Bolzano nell’ambito delle celebrazioni per i suoi vent’anni di attività.
Hanno aperto il convegno con un saluto di benvenuto ai partecipanti la direttrice generale dell’ASSB, Liliana Di Fede, e l’Assessore alle Politiche sociali del Comune di Bolzano Juri Andriollo.
Sono poi intervenuti, in quest’ordine, l’ex Sindaco della Città di Bolzano, Giovanni Salghetti Drioli, e il primo direttore generale di ASSB Pio Fontana, i quali hanno spiegato le ragioni politiche e tecniche che hanno portato alla costituzione dell’Azienda.
La gestione dei servizi sociali su Bolzano prima della costituzione dell’ASSB era caratterizzata da un frazionamento fra le diverse competenze comunali, provinciali e della Comunità comprensoriale di Bolzano, nonché da procedure complesse per accedere alle prestazioni sociali che causavano tra le altre cose un disorientamento degli utenti. Necessitava quindi un sistema integrato di interventi e servizi. L’ASSB nasce come ente strumentale del Comune di Bolzano e inizia le proprie attività a partire dal 1° gennaio 1999.
Con il suo intervento, la Prof. Susanne Elsen, docente di scienze sociali presso la Libera Università di Bolzano si è concentrata sul lavoro sociale di comunità nei contesti urbani, illustrando al pubblico presente alcuni esempi europei di approcci di sostegno integrato allo sviluppo urbano dei quartieri economicamente e socialmente svantaggiati e strutturalmente deboli. Ha poi relazionato sugli obiettivi del lavoro sociale in ambito abitativo, incentrato sulla prevenzione delle emergenze, mediante la promozione del senso di aggregazione e di comunità, l’integrazione di nuovi inquilini socialmente fragili, la prevenzione di atti di vandalismo e di segregazione.
Molte città dei paesi di lingua tedesca promuovono la partecipazione socialmente produttiva dei cittadini, investendo nel capitale sociale e nello scambio intergenerazionale. I cittadini donano attivamente solidarietà quotidiana, cooperazione, scambio di talenti e reciprocità. Qui si sono diffusi centri di quartiere multifunzionali, repaircafés, banche del tempo, spazi di lavoro in condivisione, coltivazione agricola urbana, ecc. Ha poi concluso il suo intervento illustrando l’approccio di “investimento sociale” proveniente dal Regno Unito, che si sta diffondendo anche nei paesi di lingua tedesca. Esso si basa sull’idea di investire le scarse risorse dello stato sociale in modo da ottenere il massimo “impatto” possibile. L’investimento nelle istituzioni educative per la prima infanzia, ad esempio, è molto importante, perché consente alle madri di lavorare, previene la povertà tra i genitori soli e aumenta le opportunità educative dei bambini.
Il Prof. Sergio Pasquinelli, direttore di ricerca presso l’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS) di Milano ha illustrato ai presenti le principali sfide per il welfare dei servizi nei contesti urbani dell’area italo-europea. Nella prima parte dell’intervento sono state individuate tre sfide: contrasto della povertà, tutela della prima infanzia, sostegno della domiciliarità. Con particolare riguardo alla povertà è stato chiarito che si tratta di un fenomeno famigliare, e non solo dei singoli, che riguarda principalmente famiglie numerose e straniere, che non dipende solo dalla mancanza/perdita del lavoro, ma anche da altri fattori (salute, disgregazione dei legami familiari, abitazione, eventi traumatici quali divorzio e lutto). Per ciò che riguarda il settore della prima infanzia, il tema non è rappresentato solo dall’offrire asili nido a costo 0 (perdita di funzione di conciliazione), ma è dato dalla mancanza di uniformità nella presenza di strutture sul territorio nazionale. Infine, per ciò che attiene la domiciliarità, la sfida per il settore pubblico è quella sviluppare un ruolo di regolatore anziché limitarsi a quello di produttore di servizi.
Spesso manca al cittadino un accesso ad un’informazione adeguata ed unitaria. Occorre fare più sistema, aumentare il dialogo tra enti diversi e collegare le informazioni sul lato dell’offerta e della domanda adeguando ed innovando gli strumenti che vengono utilizzati.
Luca Critelli, direttore del Dipartimento Famiglia, Anziani, Sociale e Edilizia abitativa della Provincia di Bolzano ha relazionato sulla necessità di adeguare sempre di più i servizi e quindi le risposte alle esigenze mutevoli della società in continua evoluzione sia in termini di risorse umane, e tecnologiche, sia in termini di investimenti economici. Lo standard dei singoli servizi è alto, così come l’impegno degli operatori. La sfida futura del lavoro sociale consisterà nel potenziare la collaborazione fra servizi e il lavoro di rete. “Il valore aggiunto dell’ASSB consiste nel rappresentare l’unica realtà della Provincia di Bolzano, che gestisce al suo interno tutta la filiera dei servizi sociali” ha specificato in conclusione del suo intervento.
Il Sindaco della Città di Bolzano, Renzo Caramaschi, ha aperto il suo contributo riportando ai partecipanti una statistica recentissima realizzata dal Magazine Lifestyle “Monocle”, la quale ha inserito Bolzano nella lista delle 25 città mondiali con la più alta qualità della vita. Ha poi proseguito descrivendo la maggiore sfida sociale sulla quale si dovrà concentrare la Città e che consiste nel “contrasto alla solitudine”, fenomeno presente soprattutto nella fascia di popolazione minorile. “Siamo ossessionati dai ritmi, dal PIL, c’è una continua corsa all’affermazione del singolo” ha spiegato e ciò causa emarginazione e isolamento. Ci vogliono quindi “maggiore attenzione verso l’altro, reciproca assistenza e cultura. L’investimento in termini sociali deve essere sempre maggiore soprattutto riguardo ai giovani”.
Dal 1999 ASSBlavora per migliorare il benessere di tutti i cittadini nell’ambito dei rapporti familiari e sociali, e per garantire la soddisfazione dei bisogni primari, anche in collaborazione con le associazioni del terzo settore presenti sul territorio.
I cittadini della città di Bolzano che nel 2018 si sono rivolti a vario titolo ai servizi aziendali sono stati circa 35.000, per una spesa complessiva di oltre 95.000.000 €.
L’ambito dedicato agli anziani rappresenta, il settore di maggiore spesa, seguito dal servizio di segretariato sociale e assistenza economico sociale, dal settore dedicato alle persone con disabilità, dall’area famiglia e minori, dall’ambito prima infanzia, dall’ambito adulti e inclusione e disagio sociale e dall’area sviluppo di comunità.
La spesa complessiva è stata coperta per ca. il 52% dalla Provincia Autonoma di Bolzano, per ca. il 18% dal Comune di Bolzano, per ca. il 12% dai proventi dei servizi, per ca. il 3,5% dall’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige e per ca. il 13% da fonti diverse.
Il personale di ASSB ammonta a circa 1.032 persone (dato all’1.8.2019) contro le 633 persone in servizio all’1.1.1999, cui si aggiungono i dipendenti che operano nei servizi sociali esternalizzati al Terzo Settore, che, al 31.12.2018 risultavano essere circa 224 risorse equivalenti.

Foto, l’intervento del sindaco Renzo Caramaschi.