Sindaco e ex Presidente del Parlamento ungherese Katalin Szili commemorano i martiri ungheresi
La Città di Bolzano ed il Consolato Generale d’ Ungheria a Milano hanno promosso questa mattina una cerimonia pubblica per ricordare, in piazza IV Novembre i martiri della rivoluzione ungherese del 23 ottobre 1956.
Sono intervenuti il Sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi, il Commissario del Governo e Presidente emerito del Parlamento ungherese, Katalin Szili. Nel corso della cerimonia è stato premiato il bolzanino Giancarlo Podini che fece installare la stele dedicata ai martiri d’Ungheria allorquando egli era presidente dell’Azione Cattolica. Sono intervenuti anche il console generale Jeno Csiszar, e Siegfried Brugger console onorario d’Ungheria per l’Alto Adige.
Caramaschi nel suo intervento ha ricordato i tragici fatti che presero le mosse il 23 ottobre del 1956 quando a Budapest scoppiò la rivolta. Con la morte di Stalin nel 1953, alcuni paesi dell’Europa comunista avevano iniziato a ribellarsi all’URSS. Dopo la Germania dell’Est e la Polonia, il 23 ottobre 1956 fu la volta dell’Ungheria. L’insurrezione ebbe inizio con una dimostrazione pacifica organizzata da un gruppo di studenti. La manifestazione si trasformò ben presto in una vera e propria protesta contro la dittatura di Mátyás Rákosi, cui seguirono scontri con la polizia segreta e i militari sovietici. Milioni di ungheresi che si riversarono nelle strade e, nel giro di pochi giorni, iniziarono a prendere il controllo delle principali istituzioni. Imre Nagy fu nominato primo ministro e divenne il simbolo della rivolta. Dopo quattro giorni di combattimenti a Budapest e in tutto il paese, il 28 ottobre venne annunciato un cessate il fuoco e il ritiro delle truppe sovietiche. Il 1 novembre Nagy annunciò il ritiro dell’Ungheria dal Patto di Varsavia e chiese all’ONU di porre la questione ungherese all’ordine del giorno, ma alcuni giorni più tardi, il 4 novembre, l’Armata Rossa entrò nella capitale ungherese con 200.000 uomini e 4.000 carri armati. Fu il primo atto della repressione sovietica. Le incursioni aeree, i bombardamenti e gli interventi con i carri armati durarono fino al 9 novembre, quando i Consigli di studenti, lavoratori e intellettuali si arresero definitivamente. Nella rivolta morirono quasi 3.000 ungheresi, molti dei quali giovanissimi. I feriti furono diverse migliaia. Negli anni successivi i sovietici ripresero il controllo, con arresti ed esecuzioni e costringendo 250.000 cittadini ad abbandonare il proprio Paese. Imre Nagy fu processato e giustiziato nel 1958. Dal 1989, anno in cui l’Ungheria è stata proclamata Repubblica Popolare, il 23 ottobre è giorno di festa nazionale. Stamane nel corso della cerimonia svoltasi in piazza IV Novembre, la ex Presidente del Parlamento ungherese Katalin Szili, ha evidenziato come il modello altoatesino rappresenti un esempio virtuoso di pacifica convivenza anche in chiave europea.
Foto.Il Sindaco Caramaschi con l’ex Presidente del Parlamento ungherese Katalin Szili