Merano. I Giardini di Castel Trauttmansdorff e la cu/oltura del vino
L’Alto Adige è il più antico territorio a vocazione vitivinicola dell’area germanofona. Da più di tremila anni, infatti, vi si produce vino sia da uve bianche sia da nere. Tre vitigni autoctoni caratterizzano oggi il paesaggio della regione, ovvero Lagrein, Schiava e Gewü
Oltre a conservare gli antichi vitigni autoctoni, nel Vigneto dell’Alto Adige è stato riprodotto il metodo tradizionale altoatesino di coltivazione della vite, la pergola, una struttura in legno formata da pali verticali in castagno e stecche orizzontali di abete rosso o larice. Su queste stecche, dette “cantinelle”, a una distanza di 30 centimetri l’una dall’altra vengono poggiate trasversalmente e fissate con rami di salice delle sottili assicelle di pino cembro che formano il tetto della pergola. Dopo il 1900 si è imposta gradualmente la coltivazione a spalliera, ma i tipici filari di pergole caratterizzano ancora oggi le aree dell’Alto Adige coltivate a vite e sono favorevoli soprattutto alla coltivazione della Schiava.
I Giardini di Castel Trauttmansdorff custodiscono inoltre dei veri e propri tesori legati alla vite, tre dei quali si trovano all’interno del Tabernaculum, una sorta di “camera artistica” che racchiude un vinacciolo dell’Alto Adige di 2400 anni d’età proveniente da un insediamento retico nella zona a sud di Bolzano, a riprova del fatto che l’Alto Adige è il territorio di più antica coltivazione della vite dell’area germanofona; la riproduzione in oro di un vinacciolo di 8000 anni d’età donato all’Alto Adige in occasione del Merano Wine Festival del 2007 dalla Georgia, il più antico paese produttore di vino al mondo; alcuni vinaccioli della vite forse più antica del mondo, il vitigno autoctono dell’Alto Adige Versoaln, che cresce da 360 anni a Castel Katzenzungen a Prissiano, una frazione di Tesimo.
Il Vigneto dei Giardini di Castel Trauttmansdorff, come ogni vigneto, può essere soggetto a malattie fungine, un vero problema per i viticoltori perché un’infestazione può compromettere anche l’intero raccolto. I giardinieri dei Giardini di Sissi però per risolvere eventuali malattie cercano di evitare prodotti fitosanitari, ricorrendo solo a ricostituenti vegetali per rendere le viti più robuste e resistenti.
Foto/c-IDM Alex Filz.